Era tutto apparecchiato per la grande festa inglese e invece, niente da fare per l’Inghilterra, costretta a rinviare l’appuntamento col primo titolo europeo della sua storia: nemmeno la spinta del pubblico amico di Wembley è bastata per avere la meglio su una coriacea Italia, brava a spuntarla ai calci di rigore che spesso e volentieri si sono rivelati indigesti per i britannici.
Un ko che brucia, arrivato nel tempio del calcio inglese, a Wembley, a casa loro, soprattutto dopo la sicumera inglese che ci ha accompagnati nella marcia d’avvicinamento alla finalissima: nell’ambiente si respirava un’aria fortemente ottimista, tanto che un tifoso si è addirittura tatuato il successo ad Euro 2020 con grande spavalderia.
Anche lo slogan ‘Coming home’ ne è la prova: alla fine la coppa ha preso la direzione di Roma e quelle due parole tanto discusse alla vigilia hanno improvvisamente perso il loro significato.
Nonostante tutto, però, in Inghilterra non hanno smarrito il loro particolare humor e, anzi, hanno provato a minimizzare modificando lo slogan in funzione dell’orgoglio che da sempre caratterizza il popolo di Sua Maestà. “Abbiamo fatto un po’ di storia, ma non siamo riusciti a realizzare l’unica cosa che tutti noi sogniamo. Ma il calcio va oltre i trofei, e l’abbiamo visto per tutta l’estate. Tornare a casa? Forse è sempre stata qui”.
Storicamente l’Inghilterra è considerata la patria del calcio, ‘riconoscimento’ che però non si è tramutato in dominio sul campo: in tanti anni di storia è arrivato un solo trionfo ai Mondiali del 1966, troppo poco per potersi fregiare di un titolo che ha tutta l’aria di essere inconsistente.