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Orrore per la morte di una giovane pallavolista: decapitata

La ragazza sarebbe stata decapitata in Afghanistan: a rivelarlo la sua ex allenatrice che ha rivelato quanto accaduto sotto pseudonimo all'Independent persiano

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

L’orrore che si prova nell’apprendere della tragica morte di Mahjabin Hakimi scuote e sconcerta, perché una simile violenza narra e anticipa tutta la furia cieca che si può consumare in Afghanistan contro una donna, una ragazza che gioca a pallavolo. Anche se, almeno fino ad ora, l’epilogo della sua giovane vita come avviene in queste circostanze non trova riscontro se non nelle parole di quanti erano vicine alla giocatrice del Kabul Municipality Volleyball Club e della nazionale giovanile.

Mahjabin Hakimi: indignazione per la sua decapitazione

Mahjabin Hakimi sarebbe stata decapitata dai talebani, come ha rivelato la sua allenatrice all’Independent persiano sotto lo pseudonimo di Suraya Afzali, secondo cui il macabro omicidio è avvenuto a inizio ottobre, ma nessuno ne è venuto finora a conoscenza perché i talebani hanno intimato alla famiglia della vittima di non parlare.

Qualche giorno fa, invece, sono comparse sui social media le foto dello scempio commesso sul corpo della giovane la quale sarebbe stata decapitata.

“Qualsiasi giocatrice, ora, deve convivere con la paura. Tutte costrette a fuggire o nascondersi. Solo due sono riuscite a scappare all’estero, e i tentativi di aiuto da parte di Paesi internazionali e organizzazioni non sono andati a buon fine”, il suo agghiacciante racconto.

I talebani giudicano inappropriato che le donne facciano sport, perché così facendo “potrebbero trovarsi in situazioni in cui le loro facce e corpi non siano coperti”, aveva detto il portavoce della commissione del governo ad interim Ahmadullah Wasiq.

La morte di un’altra pallavolista

Già nel mese di agosto, un’altra pallavolista era stata freddata a colpi di pistola, come era stato raccontato da un’altra giocatrice, Zahra Fayazi, al suo arrivo in Inghilterra dove era riuscita a trovare riparo quando la situazione incominciò a palesarsi nella sua intrinseca minaccia.

La notizia della sua uccisione, come riporta l’agenzia AGI, è emersa solo ora perché i talebani avrebbero trattenuto pure i familiari della vittima, costringendoli al silenzio. Ma quando le foto della testa della Hakimi sono state pubblicate sui social, l’allenatrice ha deciso di esporsi: “Le giocatrici hanno addirittura bruciato le loro divise per salvare le loro vite e quelle delle loro famiglie”.

L’intervento della FIFA per salvare le calciatrici

Hakimi era tra le molte atlete lasciate indietro in questi mesi, dopo il ritiro: due sue compagne sono riuscite a fuggire, infatti, e a mettersi al riparo dalla furia talebana. La scorsa settimana, la Fifa e il governo del Qatar hanno evacuato invece con successo dall’Afghanistan 100 calciatrici, comprese alcune nel giro della nazionale, e i loro familiari.

Orrore per la morte di una giovane pallavolista: decapitata Fonte: Screenshot tratto da twitter

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