E’ una notizia che, se confermata, condizionerà di nuovo l’esistenza dei familiari di Reeva Steenkamp e la coscienza collettiva che ha seguito con incredulità, forse, ma altrettanta attenzione le fasi del processo a carico di Oscar Pistorius e che ne ha decretato la condanna per l’assassinio della sua fidanzata di allora, la giovane modella sudafricana.
La condanna a Pistorius
Le autorità carcerarie sudafricane, infatti, avrebbero avviato le prime tappe procedurali per valutare la concessione della libertà vigilata al campione paralimpico, in carcere a seguito della condanna per l’omicidio di Reeva avvenuta nella notte di San Valentino di ben otto anni fa, nel 2013, nella sua dimora, sparandole ben quattro volte attraverso la porta del bagno, dove pare la ragazza si fosse nascosta, secondo quanto emerso dal processo.
Questo è quanto si è appreso da un funzionario e da un avvocato, che avrebbero diffuso la notizia ripresa dai media internazionali. Gli stessi che hanno riportato la sconcertante notizia della tragedia che ha portato alla morte di una ragazza in un contesto che, evidentemente, avvertita come sicuro, protetto e invece quella casa si è rivelata una trappola che non le ha lasciato scampo.
Pistorius, che aveva goduto di una notorietà mondiale che lo aveva elevato a modello per lo sport paralimpico, è stato riconosciuto colpevole di un delitto orribile e condannato a 13 anni di carcere per l’omicidio che ha sempre negato, dicendo di essere convinto che un ladro fosse entrato nella sua casa ultra sicura a Pretoria e di aver imbracciato il fucile e sparato per questa ragione.
La reazione della famiglia di Reeva Steenkamp
A luglio Pistorius, ora 34enne, ha scontato metà della sua pena, il minimo richiesto per considerare la libertà vigilata, ha confermato Tania Koen, avvocato della famiglia Steenkamp. Il che “non significa che abbia automaticamente il diritto di essere rilasciato”, ha tenuto a precisare annunciando battaglia in un intervento molto dettagliato alla SABC News.
I servizi penitenziari hanno programmato colloqui preliminari con i genitori di Reeva Steenkamp, come prevede la procedura, che sono stati rinviati a data da destinarsi per la mancanza di alcuni requisiti. Prima di ogni libertà vigilata, psicologi sono tenuti a dialogare con la vittima o i suoi familiari, ma anche con il detenuto e a stendere delle relazioni. Poi toccherà decidere.
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