Adriano Panatta è stato il primo italiano a partecipare alle Finals Atp, ma i ricordi di quell’esperienza a Stoccolma non sono certo positivi: “Al Masters ebbi un attacco fulminante di emorroidi, stavo davvero male, mi alzavo dal letto soltanto per andare in campo. Mi mettevano in piedi a colpi di punture, ma soffrivo, giocavo per modo di dire e rimediai tre sconfitte nel girone, contro Manolo Orantes, Arthur Ashe e Ilie Nastase, che poi vinse il torneo volta battendo in finale Borg”.
Panatta non ha mai pensato di rinunciare: “Volevo comunque esserci, era tanta la contentezza per essermi qualificato. Lesclusione l’anno dopo nonostante il triplete Roma-Roland Garros-Coppa Davis? Ancora oggi non capisco perché non ottenni i punti per qualificarmi, è vero che giocai meno tornei perché quello fu l’anno della Coppa Davis vinta in Cile e mi ci dedicai molto, forse oggi è più semplice”.
Panatta chiude parlando delle Finals di Torino: “Le vincerà chi si presenterà con meno acciacchi. I tennisti di oggi giocano troppo, hanno la frenesia di essere ovunque e il Masters è un torneo complicato proprio perché arriva a fine stagione. Djokovic resta ancora un giocatore di un altro pianeta, e anche Medvedev, fattore estetico a parte, gioca un pochino meglio degli altri. Ma possono vincere tutti, Berrettini compreso naturalmente. Dipenderà da come staranno fisicamente”.