Pochi giorni dopo la scomparsa di Totò Schillaci, eroe delle notti magiche di Italia ’90, Vicenza omaggia la memoria dell’eroe del Mundial ’82: Paolo Rossi. Nel giorno in cui avrebbe compiuto 68 anni, Pablito viene ricordato con un murale lungo 60 metri, inaugurato alla presenza della moglie e dei grandi amici Cabrini e Altobelli.
- Vicenza omaggia Rossi con un murales di 60 metri
- La commozione di Federica, moglie di Pablito
- Anche Altobelli e Cabrini presenti all'inaugurazione
Vicenza omaggia Rossi con un murales di 60 metri
Scomparso a causa di un male incurabile nel 2020, a due settimane di distanza dalla morte di Diego Armando Maradona, Paolo Rossi fu il simbolo dell’Italia di Bearzot che vinse il Mondiale del 1982 in Spagna. Calciatore dall’animo gentile, l’ex attaccante legò la sua carriera da calciatore soprattutto a Vicenza e Juventus. Proprio la città veneta, di cui è cittadino onorario, ha voluto rendere omaggio alla sua memoria con un murales realizzato dallo street artist brasiliano Eduardo Kobra sulla parete sud della Torre Everest di viale Torino, l’edificio più alto di Vicenza. Un’opera di 60 metri che rientra nell’ambito del progetto ‘Il mio nome è Paolo Rossi’ voluto dall’associazione culturale Wallabe e inaugurata nel giorno in cui avrebbe spento 68 candeline. “La città abbraccia quello che è stato uno dei suoi più grandi campioni” ha commentato il sindaco Giacomo Possamai.
La commozione di Federica, moglie di Pablito
All’inaugurazione del murales non poteva mancare la moglie di Paolo Rossi, Federica Cappelletti. “Di solito il compleanno di Paolo lo festeggiamo tra di noi ma stavolta abbiamo accettato di condividerlo con Vicenza, perché lì ci sentiamo a casa – ha raccontato a Il Giornale di Vicenza -. Ogni volta viviamo emozioni così forti che ci aiutano a superare il dolore della sua mancanza”. Il murale di Eduardo Kobra l’ha colpita non poco. “Rispecchia la grandezza di Paolo ma anche la gioia che sapeva trasmettere. È un’opera imponente, che ci rende orgogliosi”. Cappelletti ricorda il marito. “Ho attraversato momenti bui, ma poi è stato Paolo a prendermi per mano, ad indicarmi la strada da seguire. Tutto quello che lui ha dato è tornato indietro, la sua grande umanità, la sua semplicità sono le direttive che seguo. Tra lui e la gente è come se ci fosse una corrente che non si è mai interrotta e credo che sarà per sempre. Io ho l’onore di rappresentare un uomo stupendo che è il padre delle mie figlie”.
Anche Altobelli e Cabrini presenti all’inaugurazione
Alla cerimonia hanno partecipato anche due grandi amici di Rossi: Antonio Cabrini e Alessandro Altobelli. Spillo ricorda così il compagno di nazionale: “Volevamo salutare Paolo ancora una volta. A lungo per gli italiani è stato il simbolo del calcio, gli vogliamo tutti bene. Si merita ogni cosa, perché oltre a essere stato un goleador magnifico, è stato un uomo eccezionale”. Altobelli continua: “Ogni volta che ci vedevamo sorrideva sempre e non ti faceva mai capire in che stato fosse. Noi della nazionale avevamo un gran rapporto”.