Era la medaglia d’oro più attesa per l’Italia alle Paralimpiadi di Tokyo 2020 ed è puntualmente arrivata: Bebe Vio, 24enne residente a Mogliano Veneto, provincia di Treviso, ha fatto il bis del trionfo di Rio 2016 nel fioretto femminile classe B battendo la stessa avversaria di allora, la cinese Jingjing Zhou, che cinque anni fa fu sconfitta per 15-7 e che oggi si è dovuta di nuovo arrendere alla nostra fuoriclasse per 15-9. C’è stata un’interruzione, sul 7-4, quando Bebe ha chiesto di farsi sistemare la protesi del braccio sinistro, che ha fatto temere che qualcosa andasse storto, ma poi l’azzurra ha ripreso a macinare stoccate su stoccate e alla fine ha potuto ancora una volta esultare.
E’ stata una vera e propria marcia trionfale quella di Bebe, che nel girone eliminatorio ha battuto la georgiana Irma Khetsuriani per 5-0, la brasiliana Monica Santos per 5-1, la cinese Rond Xiao sempre per 5-1, l’atleta di Hong Kong Yuen Ping Chung per 5-2, la giapponese Chisato Abe per 5-0 e la russa Ludmila Vasileva per 5-0, poi nei quarti di finale ha di nuovo sconfitto Khetsuriani per 15-6, in semifinale di nuovo Vasileva per 15-4 e infine, in finale, Zhou. Per la cronaca, il bronzo è andato a Vasileva, che ha avuto la meglio su Xiao per 15-12.
Nata il 4 marzo 1997 a Venezia, Beatrice, per tutti “Bebe”, Vio, insieme ad Alex Zanardi, è senza alcun dubbio il personaggio paralimpico italiano più popolare. A 11 anni fu colpita da meningite fulminante: sopravvisse ma le furono amputati avambracci e gambe. Tramite la scherma, prima ancora delle sue grandi vittorie (ha vinto anche tre ori mondiali, due individuali e uno a squadre, e cinque europei, quattro individuali e uno a squadre) è diventata una testimonial senza eguali per il movimento paralimpico. Domani andrà alla caccia dell’oro nella gara a squadre del fioretto, nella quale fu bronzo cinque anni fa.