Quell’oro sempre mancato è un fardello pesante, ma non ditelo a Simone Giannelli. “E noi che colpa ne abbiamo?”, si domanda il capitano della nazionale azzurra di volley maschile a poche ore dal debutto olimpico contro il Brasile. Una frase che ha un suo motivo d’esistere: Giannelli sa che da decenni gli appassionati di volley bramano all’idea di vedere i propri beniamini mettersi la medaglia del metallo più pregiato al collo, ma non per questo c’è bisogno di caricare il gruppo di ulteriori pressioni.
- "Massimo impegno, ma il passato non conta"
- La ricetta di Giannelli: "Uniti e coesi si può andare lontano"
“Massimo impegno, ma il passato non conta”
Giannelli compirà 28 anni il giorno prima della finale per l’oro, o nella peggiore delle ipotesi nel giorno in cui si disputerà quella per il bronzo. Lui che una finale olimpica l’ha già giocata, sebbene fosse davvero un ragazzino: era il 2016 quando a Rio, al netto di sensazioni assai favorevoli, l’Italia di Blengini perse 3-0 contro la formazione di casa, alla quale nei momenti chiave del match riuscì praticamente tutto. Poi c’è stata la delusione di Tokyo, con una nazionale che era chiaramente a fine ciclo e l’avvento di De Giorgi alle porte (già annunciato prima dei giochi).
Adesso, dopo aver vinto un Europeo (2021) e un mondiale (2022) e aver conquistato l’argento agli Europei dell’anno passato, Parigi somiglia tanto all’esame finale, quello di laurea. “A me personalmente questa cosa qua non è interessa. Mi spiego meglio: non può essere colpa nostra se chi c’ha preceduto non è mai riuscito ad arrivare alla medaglia d’oro olimpica. Noi sappiamo che questa maglia ci viene data in prestito, e dopo un certo periodo di anni dovremo riconsegnarla e metterla sulle spalle di altri ragazzi. E a Parigi cercheremo di vivere il torneo giorno dopo giorno, andando avanti a step, che è la cosa più giusta da fare”.
La ricetta di Giannelli: “Uniti e coesi si può andare lontano”
Il peso delle aspettative s’avverte forte, ma Giannelli non è il tipo da sottrarsi alle responsabilità. Peraltro a Parigi sarà capitano, come già lo è stato a Trento e nell’ultima stagione spesso e volentieri a Perugia. “Quando Leon era infortunato mi è stato chiesto di essere capitano e non ho avuto problemi a farlo.
In nazionale è diverso: siamo un gruppo unito e coeso, ci conosciamo da tanto tempo e sono orgoglioso di essere la guida di questa bella squadra. Tutto sommato non mi sento affatto vecchio, visto che non ho ancora compiuto 28 anni, ma so di poter dare tanto sotto il profilo dell’esperienza e dell’attitudine a stare a certi livelli”.
La testa è già concentrata sulla sfida col Brasile di domenica (ore 13). “Debutto complicato, ma bisognerà mandare subito un messaggio. Dovremo essere bravi a resistere ai colpi, perché sappiamo di essere in missione ma tutti contro l’Italia ci tengono a fare bella figura”. L’Italia di De Giorgi si presenterà al completo, il Brasile potrebbe dover fare a meno di Leandry Leal: l’ex Piacenza (giocherà in Cina l’anno prossimo) si è procurato una distorsione alla caviglia ed è a forte rischio forfait.