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Parigi 2024, Ganna e la sua prima "vera" Olimpiade: "Voglio assaporare il clima e vincere due ori"

Filippo Ganna tra i favoriti per la cronometro in programma sabato. Evenepoel e Tarling i grandi rivali. "Ma io dovrò fare la corsa su me stesso, spero di aver fatto bene i conti".

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Gerry Capasso

Gerry Capasso

Giornalista

Per lui gli sport americani non hanno segreti: basket, football, baseball e la capacità innata di trovare la notizia dove altri non vedono granché

Il top ce l’abbiamo noi, e il top di solito va a braccetto con Ganna. Che da Verbania prova a lanciarsi nell’olimpo dello sport italiano, dopo che un oro olimpico l’ha già messo nella faretra col quartetto della pista a Tokyo. “Ma sembrava un allenamento nel velodromo di Montichiari, più che di stare a un’olimpiade”, ha spiegato il fuoriclasse delle corse contro il tempo. Che sabato proverà a dare la zampata nella corsa che per caratteristiche tecniche più gli si addice, e che tre anni fa a Tokyo gli restò indigesta per soli 12 secondi, quelli che lo separarono da un argento che avrebbe avuto comunque del clamoroso.

I tre dell’Ave Maria: “Ma farò la corsa su me stesso”

Perché a Tokyo la crono non era per veri specialisti, semmai per gente abituata ad andare forte in salita (non a caso vinse Primoz Roglic). Stavolta è diverso: a Parigi la crono sarà affare di chi sa andare forte nelle prove contro il tempo, e sulla carta i tre che si dovrebbero spartire le medaglie rispondono al nome di Filippo Ganna, Remco Evenepoel e Joshua Tarling.

“Siamo tutti e tre decisi a vendere cara la pelle. Io però preferisco fare la corsa su me stesso: se vorrò ambire alla medaglia d’oro dovrò dimostrare di essere il miglior Ganna di sempre, nella miglior giornata possibile e nella migliore condizione di forma.

Dopo il Giro ho lavorato tanto tra altura, allenamenti mirati in pista e una ronda al Giro d’Austria utile per tenere allenati tutti i muscoli. Sono praticamente diventato astemio: si e no mi sarò concesso due birre in tutte queste settimane… ma questo e altro si fa per inseguire un sogno a cinque cerchi”.

Dare tutto per non avere rimpianti

Ganna è sbarcato a Parigi nella giornata di martedì, ma come molti altri atleti non prenderà posto al villaggio olimpico, preferendo alloggiare su una struttura esterna. Salterà anche la cerimonia inaugurale lungo la Senna, peraltro minacciata dallo sciopero dei ballerini (coreografie a rischio?), perché la cronometro su strada è in programma sabato alle 16,30, e la sera prima sarà bene evitare distrazioni.

“Non mi pesa questa cosa, perché alla fine è giusto pensare alla corsa. Queste in fondo saranno le mie prime “vere” olimpiadi: a Rio arrivai praticamente a ridosso della gara, chiamato in fretta e furia per una serie di problemi che ebbero altri corridori. A Tokyo eravamo davvero in una bolla, qui almeno spero di respirare un po’ di quel clima olimpico tanto decantato dagli atleti”.

Chiaro che poi la differenza la faranno i risultati. “Bisogna però rimettere un po’ a posto il concetto di risultato. Insomma, se uno da tutto quello che può dare e non vince, perché altri sono stati migliori, allora non è giusto affermare che abbia perso. Così come quando vinci può essere che sei stato migliore di altri che hanno dato tutto. Ma non vuol dire che lo resterai per sempre. Ci vuole più equilibrio”.

La sfida totale a Remco: “Mi spinge oltre i miei limiti”

L’emozione di indossare la maglia azzurra è da sempre insita nel cuore di Ganna, che dopo la delusione per il mancato oro mondiale dell’anno passato (quando perse per una manciata di secondi da Evenepoel) vorrebbe prendersi una bella rivincita. “Remco ha fatto un Tour straordinario, è un talento unico e onestamente credo che sarà difficile batterlo. Come ho già spiegato, servirà il miglior Ganna di sempre.

La rivalità è sempre stimolante, spero che possa essere una bella occasione di confronto, anche se quanto successo lo scorso anno mi ha spinto ancor più verso il limite sia a livello tecnico, sia nella ricerca dei materiali. La strada dirà se la direzione presa era quella giusta”.

Concentrazione massima e zero distrazioni: la ricetta per la gloria olimpica è presto detta. “Voglio pensare solo a far bene. I social mi infastidiscono perché mi danno l’idea di star lì a perdere tempo: già la vita è breve, perché perdere tempo dietro cose inutili? Meglio un sorriso per mostrare le proprie emozioni”.

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