Tutto pronto o quasi per le Olimpiadi di Parigi. La data da segnare sul calendario è quella del 26 luglio quando ci sarà la cerimonia di apertura dei Giochi ma già nei giorni precedenti andranno in scena le prime gare del grande evento. C’è grande fermento in casa Italia che a Parigi invia la più grande spedizione azzurra della storia superando anche il record di Tokyo 2020.
- Malagò: “Mi aspetto molto da tennis e boxe”
- Nessuna apprensione per Tamberi
- La ferita Roma mentre scoppia il caso Milano-Cortina
Malagò: “Mi aspetto molto da tennis e boxe”
Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, torna a parlare delle ambizioni italiane a Parigi 2024 nel corso di un’intervista con il Messaggero. Sul numero di medaglie prova a tenersi prudentemente alla larga: “Farne una in più delle 40 di Tokyo è un obiettivo ma non è semplice. Abbiamo lavorato bene in questo triennio olimpico. Le previsioni ci danno tra la sesta e l’undicesima posizione ma negli ultimi anni sono arrivati tanti paesi nuovi. Mi aspetto molto dal tennis, vorrei qualcosa anche con la vela e ci sono grandi premesse di fare meglio anche con la ginnastica. Non dimentichiamoci la boxe che ci può regalare grandi soddisfazioni”.
Nessuna apprensione per Tamberi
Il tennis è una delle discipline in cui l’Italia manca da tempo sul podio ma la super stagione di Sinner e Paolini fa ben sperare Malagò. Ma inutile nascondersi che una delle discipline su cui si punta di più è quella dell’atletica reduce da un Europeo a Roma da sogno con il capitano e portabandiera Gianmarco Tamberi alle prese però con il recupero dopo un piccolo infortunio: “Non sono preoccupato – assicura Malagò – lui è maniacale nella preparazione e ogni intoppo lo esaspera. Poi dice lui stesso di essere un animale da gara e che ha bisogno di misurarsi”.
La ferita Roma mentre scoppia il caso Milano-Cortina
Le Olimpiadi di Parigi 2024 sono le stesse per cui anche l’Italia si era inizialmente candidata con Roma e con la successiva marcia indietro dell’amministrazione cittadina. Ora Malagò torna su quella che definisce una ferita: “La cicatrice si è rimarginata ma la ferita rimarrà tutta la vita. Fu una decisione politica, attaccarono le Olimpiadi dicendo che sarebbero state poco oneste. Fu un errore clamoroso, la città ne avrebbe guadagnato. La Ryder Cup è stato un esempio. Se nel ostro paese le opera non vengono fatte spesso, allora ben vengano le manifestazioni sportive”.
Parole che arrivano proprio nel giorno in cui il Fatto Quotidiano pubblica un articolo che riguarda le Olimpiadi di Milano-Cortina rivela che la Procura di Milano sta indagando sulla natura privata della Fondazione che gestisce l’organizzazione dell’evento. Al centro della discussione ci sarebbe in particolare modo lo stipendio dell’amministratore delegato Vincenzo Novari che poi finirà per essere indagato per corruzione. La discussione emerge anche all’interno della fondazione con la prima riunione del Consiglio di Amministrazione che verte proprio sul corrispettivo di Novara (saranno 450mila annui più altri 100mila) e sulla possibilità di eludere il lite del tetto massimo previsto per le pubbliche amministrazione. E in quella seduta prende la parola proprio Malagò, all’epoca presidente della Fondazione Milano-Cortina.