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Il cappellino della Parigi-Roubaix tra le ruote di van der Poel: la tifosa esce allo scoperto, chi è

I media belgi svelano dettagli inediti della donna che poteva causare un grave infortunio all'olandese che poi ha vinto l'edizione 2024

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Quel cappellino ha rischiato di far saltare, e cadere, van der Poel, su un pavé accidentato e pericolosissimo. Un gesto riprovevole, oltre che antisportivo, che ha scatenato in Francia come nel resto d’Europa un’onda di sincera e incontenibile indignazione che ha trovato sfogo sui social e innescato l’inevitabile processo di identificazione e accertamento delle responsabilità in capo alla pseudo tifosa che si è macchiata di un atto dalle potenziali gravi conseguenze.

Parigi-Roubaix: la donna esce allo scoperto

Secondo quello che riporta De Standaard, che ha rintracciato la donna che si intravede nei video diffusi e condivisi sui social, la protagonista di questo scellerato gesto ha espresso la volontà di rimanere anonima. Era alla Roubaix come ospite, nelle tende VIP che vengono allestite lungo il percorso.

Stando alle ultime news, si potrebbe consegnare alle forze dell’ordine in queste ore, una volta uscita allo scoperto con i media e palesato il proprio dispiacere per quanto accaduto.

Il cappellino nelle ruote della bici di van der Poel

Domenica, durante la Parigi-Roubaix, la presunta tifosa si è resa protagonista di un comportamento gravemente lesivo dell’integrità fisica di Mathieu van der Poel, già lanciatissimo verso la vittoria della Parigi-Robeaux. A circa 40km dall’arrivo, ha pensato bene di lanciare il suo cappellino verso la ruota posteriore dell’olandese, il quale miracolosamente ha evitato il disastro e l’impatto.

“Organizziamo queste giornate da 16 anni”, ha detto Olivier Orlans di Eventor. “Quando abbiamo visto le immagini non pensavamo che la donna fosse all’evento con noi, non aveva il braccialetto. Poi ci hanno detto che era stata invitata nella nostra tenda VIP. Credo che si sia costituita all’organizzazione o alla polizia”, le sue parole su un fatto che poteva rivelarsi drammatico.

Le confessioni da anonima

De Standaard scrive che questa ospite incosciente potrebbe essere una tifosa di van der Poel, il che indicherebbe che non ha deliberatamente puntato il berretto verso la sua bicicletta. “Se fosse intenzionale sarebbe scandaloso”, ha aggiunto Orlans, “ma diamole il beneficio del dubbio. Ora tocca a lei raccontare la sua storia”.

Il sindacato francese dei ciclisti professionisti (UNCP) ha fatto sapere che sporgerà denuncia e riceverà il pieno sostegno del sindacato internazionale dei ciclisti CPA.

La decisione di perseguire la donna

“Rintracceremo quella persona, questo è certo”, ha detto Adam Hansen, presidente del CPA, a Global Cycling Network poco prima che si diffondesse la notizia della sua auto denuncia. “Ma dipendiamo dalle federazioni nazionali per i procedimenti legali, perché abbiamo sede in Svizzera”.

Nel ciclismo un precedente molto pericoloso riguarda una donna che fece cadere mezzo gruppo con il famigerato cartello “Allez Opi-Omi”, allora accadde che CPA e UNCP optarono per una linea censoria ma non propria netta nei riguardi della tifosa. Infatti, procedettero con una multa di 1.200 euro.

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