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"Peng Shuai è al sicuro", ma nessuno riesce a contattarla

In un lungo articolo, il New York Times fa il punto sulla situazione della tennista cinese Peng Shuai al centro di un caso che vedrebbe coinvolto anche Zhang Gaoli

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Dopo l’appello, la rassicurazione: strana è anche la gestione della scomparsa e delle informazioni trapelate in merito all’improvvisa irreperibilità di Peng Shuai, 35 anni, campionessa cinese celebre per i suoi trionfi nel doppio: la tennista nel 2014 era numero 1 della classifica mondiale di doppio femminile, dopo aver vinto a Wimbledon e Parigi, era introvabile. Le sue affermazioni, poi rimosse, in merito agli abusi subiti dal vicepremier Zhang Gaoli hanno scosso il mondo. Dalle affermazioni del numero uno della WTA, che aveva lanciato un appello, Steve Simon risulta che la tennista sarebbe viva e protetta:

“Abbiamo ricevuto conferma da diverse fonti, inclusa la Chinese Tennis Association, che è al sicuro e non è sotto alcuna minaccia fisica”, ha detto al New York Times.

Il mistero Peng Shuai

Lo stesso Simon, però, ha aggiunto che nessun funzionario o rappresentante della WTA – che ha preso in carico il caso della giovane Peng Shuai – ha avuto contatti diretti con lei e che da quanto gli risulta sarebbe comunque in Cina.

Di fatto, dunque, su di lei le informazioni raccolte sono pochissime. Peng Shuai è comunque introvabile, dopo aver pubblicato il 2 novembre scorso un post sul social Weibo accusando l’ex vicepremier ed ex membro del Comitato permanente del Politburo comunista Zhang Gaoli, oggi in pensione, di aver abusato di lei e di averla costretta a una relazione.

Peng Shuai: appello di Chris Evert e WTA

Da allora, da quel 2 novembre, il mistero avvolge la sorte di Peng Shuai: il messaggio è stato rimosso, su twitter (il social delle news per definizione) #WhereIsPengShuai è stato censurato in Cina e anche gli appelli avanzati – sempre attraverso i social – da Chris Evert, mito del tennis femminile e oggi commentatrice, e dalla stessa WTA hanno raggiunto solo questo risultato e un comunicato.

La Wta (Women’s Tennis Association) chiede un’inchiesta sul caso e la fine della censura che alimenta solo sospetti e preoccupazione; certo è che le evidenti difficoltà sull’accertamento dei fatti si abbinano all’ansia sul destino di Peng Shuai che aveva descritto anche i suoi timori, in quel post poi rimosso.

La ricostruzione della denuncia #metoo di Peng Shuai

China Files, sempre molto attento a temi legati agli intrecci della politica cinese con la società civile e non solo, in una ricostruzione molto puntuale, ha riportato della relazione clandestina iniziata quando l’ex membro del comitato permanente del Politburo prestava servizio a Tianjin, quindi tra il 2007 e il 2012. Peng sarebbe stata aggredita dieci anni dopo, quando Zhang aveva lasciato l’incarico di vicepremier, dopo un invito a giocare a tennis con il funzionario e sua moglie.

“Non ho mai acconsentito quel pomeriggio, e ho pianto tutto il tempo”, ha reso noto la tennista.

Nel post la donna ricorda come Zhang non l’avesse mai contattata mentre prestava servizio nel comitato permanente costringendola “ad avere una relazione” con lui solo dopo il pensionamento. Fino a oggi nessun funzionario di così alto livello era mai stato coinvolto in un caso #metoo con un personaggio pubblico di simile portata internazionale, come Peng Shuai e a ridosso del sesto plenum del partito.

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"Peng Shuai è al sicuro", ma nessuno riesce a contattarla Fonte: Getty Images

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