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Perché Samardzic piace a tutti: pregi, curiosità e aneddoti del centrocampista dell’Udinese

Il 21enne serbo è un talento purissimo che in carriera ha però faticato a trovare spazio per alcuni limiti non solo di natura tattica: ma col giusto allenatore e sistema di gioco può esplodere

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Fabrizio Napoli

Fabrizio Napoli

Giornalista

Giornalista professionista, per Virgilio Sport segue anche il calcio ma è con la pallanuoto che esalta competenze e passioni. Cura la comunicazione di HaBaWaBa, il più grande festival di waterpolo per bambini al mondo

Prima il Napoli, poi l’Inter e il Milan, ora anche Roma e Juventus: Lazar Samardzic piace praticamente a tutti i top club italiani, che ciclicamente si sono interessati a lui negli ultimi mesi. Il centrocampista serbo dell’Udinese è in possesso di un talento gigantesco, ma nei suoi due anni in serie A ha mostrato ancora parecchi limiti e questo probabilmente rappresenta il motivo per cui nessuno ha ancora soddisfatto la richiesta di oltre 25 milioni di euro per il suo cartellino. Scopriamo qui pregi, difetti e curiosità su Samardzic.

Chi è Samardzic, il talento che piace a tutti

Lazar Samardzic nasce il 24 febbraio 2002 a Berlino da una famiglia serba, nazionalità che riconoscerà poi come propria a livello sportivo dopo aver giocato a lungo nelle nazionali giovanili tedesche, dall’U17 all’U21: lo scorso 23 marzo ha debuttato con la Serbia contro la Lituania nelle qualificazioni agli Europei 2024. E nonostante una formazione calcisticamente svolta interamente in Germania, Samardzic tutt’oggi pare proprio più un giocatore di estrazione balcanica che tedesca.

Samardzic ha il genio, la sensibilità nel tocco del pallone e la qualità del calcio tipica dei grandi campioni della scuola slava ed sono proprio le sua abilità tecniche e balistiche ad aver fatto innamorare vari top club italiani.

Samardzic, i difetti di un diamante grezzo

Samardzic è un diamante, ma ancora grezzo, un talento che a 21 anni non ha ancora sviluppato doti che sembrano assolutamente fondamentali nel calcio contemporaneo: è fondamentalmente un trequartista a cui piace ricevere palla sui piedi per inventare o calciare, ma che non si muove senza palla e, nonostante una struttura fisica importante, fatica nella fase difensiva. Non ama rincorrere l’avversario e spesso è troppo morbido nei contrasti: difetti che hanno rallentato la sua carriera e complicato i suoi rapporti con gli allenatori. Bruno Labbadia, l’allenatore che lo fece esordire a 18 anni nell’Hertha Berlino (il club in cui Samardzic è cresciuto), non gli diede poi molto spazio, causandone la cessione al Lipsia, nell’estate 2020. E anche nella squadra dell’universo Red Bull, abituata a lanciare giovani talenti a raffica, Samardzic non riuscì a trovare un minutaggio adeguato: appena 7 presenze e 197 minuti nella Bundesliga 2020/21. Ciò nonostante le qualità tecniche di Samardzic fossero cristalline già allora.

Samardzic, la scommessa dell’Udinese

L’Udinese convinse il Lipsia a cedere Samardzic per soli 3 milioni di euro, ma nonostante capacità col pallone nettamente superiori a quelle dei suoi compagni di squadra, nel suo primo anno in serie A il serbo non riuscì a imporsi come titolare nel team friulano né con Luca Gotti, né con il suo successore Cioffi, collezionando una sola gara nell’11 di partenza su 22 apparizioni e appena 469 minuti, condite però da 2 gol e 2 assist.

Anche Sottil, nella prima parte della scorsa stagione, ha riservato a Samardzic un ruolo da 12esimo, preferendogli giocatori di maggiore sostanza nel suo 3-5-2. Una volta sistemata la classifica, nella seconda parte di stagione il serbo è divenuto finalmente titolare, chiudendo l’annata con 5 gol e 4 assist, unico classe 2002 della serie A con questo rendimento.

Samardzic: affare o rischio per le big?

Samardzic ha firmato autentiche magie, come il gol d’esterno sinistro alla Cremonese della 31a giornata, ma con lui in campo complessivamente l’Udinese ha avuto un rendimento peggiore del girone d’andata. Il club friulano ha fissato a 25 milioni di euro il prezzo del suo cartellino, una valutazione altissima per “un giocatore di strada è solo bello da guardare” come Labbadia lo bollò ai tempi dell’Hertha (e come ha ricordato L’Ultimo Uomo in una recente bio del giocatore), ma bassa in relazione allo straordinario potenziale a disposizione di Samardzic. Un talento che forse ha bisogno solo di un allenatore che gli trovi una collocazione tattica adeguata (il 3-5-2 non sembra fare al caso suo) e che gli ricordi che correre, nel calcio, non è uno spreco di energie.

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