Cristiano Biraghi, classe 1992, arriva da Cernusco sul Naviglio, cittadina lombarda che i più esperti ricordano per avere dato i natali a tre ‘liberi’ degli anni 70’-80’: il compianto Gaetano Scirea, che fu anche campione del mondo nel 1982 con la nazionale italiana, Roberto Galbiati e Roberto Tricella. Cresciuto nell’Inter, Biraghi oggi gioca nella Fiorentina e gode della fiducia del suo tecnico, Stefano Pioli.
Quello che gli è capitato nei giorni scorsi è inaccettabile e lui lo ha denunciato a chiare lettere. “Sono appena arrivato a Firenze e non mi sognerei neppure di fare distinzione all’interno della tifoseria fra buoni e cattivi. Sono disposto ad accettare pure gli insulti a patto che riguardino la mia prestazione. Ciò che non posso accettare è che venga tirata in ballo la mia famiglia” ha spiegato a ‘Il brivido sportivo’.
Pare incredibile ma gli insulti subiti dal ragazzo per una prestazione ‘così-così’ sono stati tremendi, frutto di un’insensatezza che lascia senza parole e non può non provocare indignazione: “Dopo Verona (il riferimento è alla gara persa con il Chievo dai gigliati, ndr) qualcuno ha scritto sul mio profilo Instagram, augurando la morte ai miei familiari – ha raccontato il ragazzo -. Ecco, per me questi non sono tifosi, né della Fiorentina né di altre squadre. Quello che mi ha fatto sbottare e ciò che mi ha scritto una persona alla mia famiglia, augurando che morisse nel ritorno a Firenze solo perché mi accusava di averlo fatto perdere al fantacalcio. Non sono un fenomeno, non ho la qualità infinita di Federico Chiesa, ma voglio dire a coloro che amano la Fiorentina che io darò sempre tutto per questa maglia. Non risparmierò neppure una goccia di sudore né tirerò mai indietro la gamba”.
“Per me Firenze e la Fiorentina sono il massimo” ha concluso Biraghi.
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