Antonino Pizzolato, bronzo nel sollevamento pesi alle Olimpiadi di Tokyo 2020 e Parigi 2024, è stato rinviato a giudizio per violenza sessuale di gruppo insieme a tre amici: verrà processato per la presunta aggressione a una turista finlandese avvenuta a Trapani nell’estate del 2022.
- Violenza sulle donne: pesista olimpico Pizzolato a processo
- Pizzolato e la presunta violenza di gruppo su una turista
- A dicembre il via al processo per violenza
Violenza sulle donne: pesista olimpico Pizzolato a processo
Lo sport insegna il rispetto degli altri e delle regole, vedere il nome di un atleta olimpico coinvolto in un’indagine per violenza sessuale non è mai piacevole, ma l’effetto straniante e disturbante non può che essere amplificato oggi, 25 novembre, giorno in cui si celebra proprio la giornata contro la violenza sulle donne.
L’atleta in questione è Antonino Pizzolato, bronzo olimpico a Tokyo 2020 e Parigi 2024 nel sollevamento pesi: è accusato di aver aggredito il 22 luglio 2022 a Trapani, insieme a tre complici, una turista finlandese.
Pizzolato e la presunta violenza di gruppo su una turista
Pizzolato e i tre amici – Davide Lupo, Claudio Tutino e Stefano Mongiovì, i nominativi riportati dall’Ansa – sono stati tutti rinviati a giudizio. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il gruppo avrebbe conosciuto la vittima in un ristorante e l’avrebbe portata insieme a due connazionali in discoteca.
Alla fine della serata, le due amiche sarebbero andate via mentre i quattro avrebbero condotto la donna, in stato di alterazione da alcolici, nel residence vicino al locale dove alloggiava uno di loro. In quel luogo si sarebbero consumati rapporti sessuali senza il consenso della donna: la turista ha raccontato di aver subito violenza senza reagire, rimanendo immobile per paura.
A dicembre il via al processo per violenza
Il processo per Pizzolato e gli amici si aprirà il 4 dicembre a Trapani. Al pesista e al resto degli imputati viene contestato il reato di violenza sessuale di gruppo con l’aggravante di aver commesso il fatto su una persona “con un autocontrollo limitato e in stato di torpore e di inibizione mentale tale da impedirle di respingere con energia gli atti di violenza”.