“La questione delle partite che durano anche meno di 50 minuti di tempo effettivo è qualcosa che viene da molto tempo fa. Ma la gente vuole vedere il calcio, anzi più calcio. Così come Fifa e Ifab, abbiamo chiesto da anni di fare qualcosa, per cercare di avere più tempo da giocare durante una partita”. Queste le parole di Pierluigi Collina, Presidente della Commissione Arbitri della Fifa, rispondendo alle domande dei giornalisti internazionali in Qatar circa i recuperi “monstre” che hanno caratterizzato la fase a gironi della massima competizione mondiale.
“Abbiamo dato ai nostri arbitri alcune indicazioni specifiche – spiega Collina -, da considerare in modo accurato, in particolare il tempo per gli infortuni dei giocatori che era già stato calcolato, ma in modo standardizzato, per un minuto per ogni intervento. Però ci sono molti infortuni che richiedono più di un minuto per essere curati. E poi ci sono anche le “celebrations”, i festeggiamenti per un gol, che sono un momento di gioia per chi segna, ma sono anche una perdita di tempo, e per gli avversari ci sono meno possibilità di giocare. Infine vanno valutate le sostutuzioni che sono passate da 3 a 5 e gli interventi del Var, sia quando c’è un ritardo nella ripresa del gioco a causa di un controllo effettuato dagli ufficiali di gara video, sia per la revisione quando l’arbitro va al monitor. Per rivedere qualsiasi incidente, ovviamente, ci vuole tempo, e questo tempo deve essere compensato”.
“Nello scorso Mondiale, Russia 2018, la media dei tempi di recupero, concessi durante il torneo, era di sei minuti e mezzo – conclude Collina – oggi, con due slot aggiuntivi di sostituzioni, siamo arrivati ad una media di circa 10 minuti, l che non è un cambiamento drammatico, ma ci offre la possibilità di avere finora in media quasi 59 minuti di tempo effettivo giocato”.