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Quanto è grande una porta da calcio: caratteristiche e dimensioni

Scopriamo quali misure deve avere, da regolamento, la porta di calcio e quali altre curiosità interessano una delle componenti necessarie per lo svolgimento di una partita

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Superare con classe, con una giocata improvvista, con un colpo di furbizia o una botta di fortuna, l’estremo difensore avversario per insaccare la sfera alle sue spalle facendo esplodere di gioia i propri compagni e tifosi è l’obiettivo numero uno del gioco calcio. Quando il pallone finisce in rete le sensazioni che si provano sono sempre uniche. Per arrivare a tutto ciò occorre semplicemente (si fa per dire) mandare la palla in una precisa porzione di campo: la porta. Scopriamo insieme quali sono le sue dimensioni e altre curiosità su una delle protagoniste fondamentali del gioco del calcio.

Un campo di calcio, due porte

Poste una di fronte all’altra sui lati corti del terreno di gioco, le porte di un campo da calcio delimitano la porzione di campo entro cui andare a indirizzare la sfera per mette a segno un gol. Senza questi due semplici rettangoli composti da due pali verticali, uno orizzontale, una linea sul manto erboso e una rete ciascuno, il calcio non sarebbe calcio.

Le dimensioni variabili di un campo di calcio

La porta è, dunque, fondamentale e, per ovvie ragioni, soggetta a un regolamento che le impone di rispondere a determinati standard. Se, infatti, le dimensioni del terreno di gioco possono variare dai canonici 105×68 metri fino ai 110-100×75-65 metri, le porte no, sono chiamate ad avere grandezze perfettamente identiche in ogni angolo campo da gioco regolamentare in cui si disputino partite ufficiali.

Le dimensioni della porta di calcio

A stabilire le dimensioni e i parametri che rendono regolamentare un campo di calcio e, di conseguenza, anche le porte, è l’Ifab (International Football Association Board). Ma se, come visto, un campo può avere dimensioni variabili, su quelle delle porte, l’Ifab, indipendentemente dal terreno di gioco e dall’impianto in cui si disputa un match ufficiale, impone che ogni porta regolamentare debba presentare una larghezza (la distanza tra i due pali) di 7,32 metri (corrispondenti a 8 iarde nel sistema imperiale britannico) e un’altezza, dalla linea di porta alla base della traversa, di 2,44 metri (corrispondenti ad 8 piedi nel sistema imperiale britannico).

Il rettangolo ricavato da queste dimensioni delimita un’area di 17,86 metri quadrati, quelli che ogni portiere è chiamato a coprire e preservare con le sue parate e interventi e gli stessi che gli attaccanti devono provare a inquadrare calciando o colpendo in ogni modo concesso dal regolamento per mettere a segno una rete.

Caratteristiche dei pali e della traversa

La dimensione dei pali, così come quella della traversa, deve essere di non più di 12 centimetri. I tre montanti devono, necessariamente, essere di colore bianco, prodotti in materiale approvato dal regolamento ed essere di forma quadrata, rettangolare, circolare, ellittica o una combinazione di tutte queste, purché non costituiscano alcun tipo di pericolo per l’incolumità dei giocatori in campo e, ovviamente, del portiere.

L’importanza della rete di porta

Parte integrante della porta e garante di ogni marcatura, ormai delle più disparate colorazioni, la rete affissa ai pali e al terreno di gioco permette di avere certezza provata che la sfera abbia superato la linea di porta all’interno di quei 17,86 metri quadrati. È, dunque, fondamentale che la trama della rete risulti pienamente integra e priva di aperture capaci di farsi sfilare oltre il pallone. È questa la ragione per cui, prima di ogni fischio di inizio, il direttore di gara e, più precisamente gli assistenti, sono chiamati a controllare e verificare le condizioni della rete e l’assenza di buchi o pertugi che possano far passare la sfera oltre la rete e indurre all’errore, specie nelle serie minori, dove telecamere e tecnologie non facilitano il compito dell’arbitro.

Fonte: Getty Images

Gol dell’Olanda con un tocco a due passi dalla rete

Dimensioni porta da calcio, differenze tra calcio femminile e maschile

Oggetto di polemiche e discussione, con diverse correnti di pensiero, le porte utilizzate nelle gare del calcio femminile sono esattamente le stesse utilizzate dagli uomini. Nonostante le donne portiere siano generalmente più minute e basse dei propri pari-ruolo al maschile, molte di loro ritengono importante non avere porte ridotte. Infatti, seppur questa differenza porti a maggiori reti subite, cambiare vorrebbe dire vedere vanificati anni di allenamento e lavoro per proteggere le porte “normali”.

Quando viene assegnato un gol

Come detto, per mettere a segno una rete è necessario far passare la sfera alle spalle del portiere avversario nell’area circoscritta dai due pali, la traversa e la linea di porta. Proprio quest’ultima è la discriminante per validare, o meno, un gol. La palla, infatti, deve superare completamente la linea disegnata sul terreno di gioco perché il gol sia assegnato.

Per siglare marcatura, i giocatori in proiezione offensiva possono farsi aiutare da pali e traversa. Non è raro, infatti, che una conclusione risulti talmente precisa da sbattere sul montante prima di insaccarsi alle spalle del portiere. Ma il gol può arrivare anche con una clamorosa carambola tra pali ed estremo difensore. Succede di rado, ma questo tipo di autogol è tra i più beffardi del gioco del calcio. Più comune, invece, veder imprecare un attaccante per un legno colpito e il gol mancato per una questione di centimetri.

Fonte: Ansa

L’area piccola all’interno dell’area di rigore

Gol Line Technology

Oggi le porte sono sempre più tecnologiche. Dalla stagione 2015-2016, in Serie A, così come in altri top campionati europei, come LaLiga in Spagna e la Bundesliga in Germania, è stata introdotta la cosiddetta Goal Line Technology, un sistema praticamente infallibile che, attraverso l’utilizzo di ben 14 telecamere e un sensore posto all’interno della sfera, permettono di segnalare tramite una semplice vibrazione sul dispositivo al polso del direttore di gara il momento esatto in cui la palla supera la linea di porta. Una tecnologia che, insieme alla VAR, risulta fondamentale per evitare (o correggere) errori, anche grossolani, che il giudizio umano può naturalmente compiere, come i cosiddetti gol fantasma.

“Sentire” la porta

Per evitare di subire gol, il portiere può entrare fisicamente nell’area oltre la linea di porta e respingere la sfera prima che questa abbia effettivamente oltrepassato la linea. Nel calcio si dice che i calciatori, specie gli estremi difensori, “sentono la porta”. Con questa espressione si indica la capacità, derivata da anni trascorsi sui campi da calcio, di essere ben consci della propria posizione rispetto alla porta. Una skill che permette di non doversi voltare ogni secondo per comprendere dove ci si trova.

L’area di rigore, estensione virtuale della porta

In un certo senso, poi, la porta non si esaurisce nei tre pali che la compongono, ma vede sul terreno di gioco le sue estensioni: un territorio in cui gli estremi difensori sono chiamati a giocare un ruolo da padroni e protagonisti assoluti e in cui gli attaccanti avversari devono provare in ogni modo a farsi trovare pronti, per depositare la sfera in rete e regalare il gol del vantaggio, quello che riapre una gara complicata o chiude un match dominato, alla propria squadra. Parliamo, ovviamente, dell’area di rigore.

Le dimensioni dell’area di rigore

Il rettangolo disegnato sul terreno dalle linee che delimitano l’area di rigore è caratterizzato da due distinte zone rettangolari: l’area di rigore, appunto, e l’area piccola, o area di porta. Quest’ultima è di dimensione 18,32×5,5 metri, mentre l’area di rigore è grande 16,5×40,32 metri. A 11 metri dal centro della linea di porta è, invece posizionato il dischetto da cui si posiziona il calciatore chiamato, per un motivo o per l’altro, a tirare un calcio di rigore.

Danni e problemi a una porta

Se accidentalmente o per qualsiasi motivo, la porta dovesse subire dei danni, il direttore di gara è chiamato a interrompere il gioco fino al ripristino (o messa in sicurezza) della stessa. Qualora la riparazione non fosse possibile, la gara verrà sospesa definitivamente e, presumibilmente, a “pagare” con una sconfitta a tavolino sarà la squadra di casa. Ovviamente, non sono ammesse riparazioni raffazzonate o tramite l’utilizzo di materiali non idonei, ma nel calcio professionistico queste eventualità sono praticamente nulle.

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