La Cremonese torna in Serie A dopo 26 anni. Fabio Pecchia entra nella storia del club grigiorosso emulando il compianto Gigi Simoni, suo maestro a Napoli e Siena e protagonista di pagine indelebili per il club lombardo, che dopo la promozione del ’93 rimase in A per tre stagioni e trionfò a Wembley nell’Anglo-Italiano contro il Derby County.
Era, quella, la Cremonese di un giovane Enrico Chiesa, di Francesco Colonnese, Riccardo Maspero e del bomber Andrea Tentoni, ora cinque lustri più tardi il club torna grande sempre all’insegna dei giovani, quasi 40 anni dopo la prima avventura nel grande calcio targata Gianluca Vialli, prodotto di un vivaio storicamente prolifico dal quale è uscito anche Antonio Cabrini.
L’età media bassissima della squadra è un fiore all’occhiello anche per Pecchia, ex allenatore della Juventus Under 23 e maestro di talenti come Nicolò Fagioli, già avuto proprio in bianconero insieme a Luca Zanimacchia, ma fondamentali per l’ascesa della Cremonese sono stati anche i gioielli di proprietà dell’Atalanta come il portiere Luca Carnesecchi e il difensore Caleb Okoli o il trequartista scuola Napoli Gianluca Gaetano, tutti talenti da provare a trattenere in prestito in Serie A per una rosa che necessiterà anche della giusta dose di esperienza, come quella di Samuel Di Carmine, autore della doppietta che ha deciso la gara di Como.
Il sorpasso al Monza all’ultima giornata, insperato dopo le sconfitte contro che sembravano aver condannato la Cremonese ai playoff, ha reso ancora più dolce la notte di Como, dove i grigiorossi hanno vinto 2-1 e festeggiato grazie alla sconfitta del Monza a Perugia: “Ancora non ci rendiamo conto di quanto abbiamo fatto – il commento a caldo di Pecchia, alla seconda promozione in A in carriera dopo quella del 2017 col Verona – Raggiungere un obiettivo così in un campionato di così alto livello è stato complicato, ma abbiamo fatto un grande lavoro in particolare negli ultimi quattro mesi. La delusione di domenica (dopo la sconfitta interna con l’Ascoli che aveva fatto scivolare la squadra al terzo posto, ndr) per me era quasi un dolore fisico, vedere i ragazzi tristi a fine partita è stato un grande dispiacere, ma credo che stasera ci abbiano perdonati. Adesso il popolo grigiorosso deve essere orgoglioso della Cremo. Ringrazio tutto il club, dalle segretarie ai magazzinieri. Un obiettivo così lo raggiungi solo se c’è unione di intenti”.
“Ambiziosi lo siamo sempre stati – la conclusione – poi nel momento in cui abbiamo iniziato a giocare ogni tre giorni i ragazzi hanno risposto con serietà ed abnegazione, accettando le mie scelte. Li ringrazio per avermi fatto vivere una stagione straordinaria”.