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Roma, Juric: bufera con i senatori nel post-gara, contestazione dei tifosi nella notte, chi può venire subito

Dopo il ko con i viola il tecnico croato ha le ore contate, De Rossi è a New York come i Friedkin: una coincidenza? Tutti gli scenari e il retroscena

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Domenico Esposito

Domenico Esposito

Giornalista

Da vent’anni in campo e sul campo per vivere ogni evento in tutte le sue sfaccettature. Passione smisurata per il calcio e per la sfera di cuoio. Il pallone è una cosa serissima, guai a dirgli di no

Allerta rossa nella Capitale. Una bufera viola si è abbattuta sulla Roma spazzando via ogni (flebile) certezza in una sorta di tutti contro tutti. Volano scintille tra Juric e i senatori, nella notte è scattata la contestazione dei tifosi e anche i Friedkin si muovono: il tecnico croato ha infatti le ore contate. Chi al suo posto?

Roma, che caos: cosa è successo dopo la manita del Franchi

Partiamo da un dato che fotografa il momentaccio giallorosso: la Roma non ne prendeva cinque in campionato addirittura dal 2011. Quindi la rottura tra Juric e alcuni senatori. L’ex Toro ha bocciato Cristante dopo mezz’ora e Mancini all’intervallo nel tentativo di dare una scossa a una squadra messa in ginocchio dalla Fiorentina. Risultato disastroso e animi sempre più esagitati. Il Corriere dello sport rivela di una bufera negli spogliatoi dopo la partita: sarebbero volate parole grosse.

A fine partita l’amara constatazione dell’allenatore chiamato a sostituire l’idolo di casa De Rossi: “Abbiamo sbagliato tutto, sia il gioco sia l’atteggiamento. Quaranta giorni di lavoro sono stati buttati nel ce..o”. Il giorno dopo a Trigoria l’aria è pesante, irrespirabile.

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Juric sta per saltare: De Rossi a New York, come i Friedkin

La panchina di Juric scricchiola paurosamente. Questione di ore, forse di giorni. Il tecnico, però, non ha intenzione di alzare bandiera bianca: “Non mi dimetto perché sento la squadra dalla mia parte”. Ma potrebbe essere la società a decidere per un nuovo ribaltone. Prima o dopo la partita di giovedì col Torino, per giunta ex squadra di Juric.

Intanto i Friedkin sono a New York, proprio come De Rossi e consorte. Il Corriere dello Sport si domanda se sia una coincidenza, anche se poi specifica che la società non sembra disposta a un dietrofront. DDR resta tra i candidati anche perché sotto contratto, ma al momento la pista più plausibile è che la proprietà americana punti su un altro allenatore, il terzo di questo tormentato inizio di stagione.

Roma, non solo De Rossi: tutti gli altri candidati

Sfogliando la margherita, sono tre gli altri nomi in lizza per la panchina giallorossa. Roberto Mancini, che si è appena liberato dall’Arabia Saudita, piace. Ma, riferisce il CorSport, ci sarebbero intoppi fiscali da risolvere legati al precedente contratti.

Max Allegri è sempre lì, in attesa di una chiamata che lo intrighi dopo aver detto addio e non arrivederci alla Juventus. Infine, un’ipotesi romantica. Già, il ritorno di ‘sir’ Claudio Ranieri da Testaccio, che, come De Rossi, è nei cuori dell’Olimpico.

Tifosi sul piede di guerra: notte di contestazione

Dall’esonero di De Rossi in poi la situazione è precipitata. Nel mirino dei tifosi i Friedkin e, a questo punto, non solo loro. Nel cuore della notte e di ritorno da Firenze, la squadra è stata contestata da una sessantina di tifosi alla stazione di Roma Termini.

“Fuori le p…” e “Tifiamo solo la maglia”: questi i cori più gettonati che hanno spinto Pellegrini, Mancini, Dybala e Paredes ad avere un breve confronto con i sostenitori per cercare di calmare le acque. Giovedì all’Olimpico arriva il Torino: si prevede una nuova protesta. Sì, è allerta rossa nella Capitale.

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