Intervistato insieme a Hamilton per uno sponsor comune, Valentino Rossi ha esordito parlando del suo esordio nel GT World Challenge al volante dell’Audi R8 del team Wrt: “È il secondo capitolo della mia carriera. Sono molto eccitato, vediamo come andrà. Ci sono molto differenze, ma anche tante similitudini con le moto: si sta tanto tempo in pista e le linee sono simili”. L’amico Hamilton lo stuzzica: “Perché non in Formula 1?”, Rossi sta al gioco e replica: “Sfortunatamente sono troppo vecchio…“.
Rossi ha ricordato con piacere l’incontro in pista a Valencia con Hamilton: “Ci siamo divertiti molto e abbiamo avuto una bella possibilità per stare un po’ insieme. Parlare senza troppa pressione, sai. Me la sono goduta perché ho conosciuto Lewis un po’ meglio. È strano perché tutti i piloti della MotoGP amano la Formula 1 e viceversa, i due sport sono molto connessi. È stata una grande emozione andare insieme, anche perché avevamo due moto e siamo riusciti a guidare tutti e due la M1.
Lewis è molto bravo, è forte, ce la siamo goduta. Poi è stato davvero bello guidare la sua macchia: la Formula 1 è fantastica, tutto succede molto in fretta ed è stato un bellissimo giorno che ricorderò per sempre. Penso che guidare una moto o andare in moto sia molto diverso anche se alla fine è uguale. Stai in pista, spesso è la stessa e le linee si assomigliano. La frenata, la ricerca della velocità… Se sai guidare una moto puoi guidare una macchina e viceversa”.
Rossi ha analizzato le assonanze con Hamilton: “Non ho superpoteri, di sicuro però servono talento e capacità. Tutto dipende dalla passione però, perché immagino che quando Lewis ha guidato un kart per la prima volta ha capito che quella era la sua strada, che voleva fare quello. Ed è stata la stessa cosa per me”.
Rossi ha chiuso l’intervista parlando di velocità: “Devi sempre provare a guardare avanti. A volte, soprattutto quando sei stanco, hai la sensazione che la moto stia andando più forte di te. E quando ti accorgi di questa cosa devi fermarti. La velocità è molto eccitante, ma ti abitui. La prima volta che guidi una MotoGP pensi sia impossibile, poi impari. Il tuo cervello si adatta e cominci ad entrare in sintonia con la moto, fai una cosa molto pericolosa ma ti senti in controllo di tutto. Alla fine non è vero, ma quello è il feeling, una cosa che ti dà un’adrenalina pazzesca al punto che ne vuoi sempre di più”.