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Rugby, la disciplinare “grazia” Sexton: per l'irlandese prima il Mondiale poi il ritiro

La sfuriata contro gli arbitri al termine della finale di Champions Cup stava per porre fine alla carriera sportiva del leggendario mediano di apertura. Invece il comitato disciplinare ha usato più carota che bastone

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Ha rischiato di fare la fine di Zinedine Zidane, il buon Jonathan Sexton: la sfuriata contro gli arbitri al termine della finale di Champions Cup tra il Leinster e La Rochelle, vinta da quest’ultima per 27-26, stava per porre fine alla carriera sportiva del leggendario mediano di apertura irlandese, che ha già annunciato di voler lasciare il rugby giocato al termine del prossimo mondiale in programma in Francia in Autunno.

Invece il numero 10 del trifoglio al mondiale ci andrà, e questo perché il comitato disciplinare dell’EPCR ha deciso di usare poco bastone e tanta carota nel giudicare la condotta del giocatore al termine della finale dello scorso 20 maggio.

Salta i test match contro Italia, Inghilterra e Samoa

Così la temuta stangata non è arrivata: Sexton dovrà saltare le prossime tre gare internazionali, cioè i test match in preparazione della Coppa del Mondo contro Italia, Inghilterra e Samoa. Ma sarà al proprio posto il 9 settembre quando l’Irlanda inaugurerà il proprio cammino contro la modesta Romania a Bordeaux.

La passerella di addio di Sexton

La nazionale del trifoglio si presenta all’appuntamento mondiale come una delle grandi favorite assieme ai padroni di casa della Francia e alla solita è immancabile nazionale All Blacks della Nuova Zelanda.

Senza Sexton però avrebbe perso molto del suo potenziale, sia per l’esperienza dell’apertura, sia per il carisma che sa trasmettere in campo. La squalifica di tre test match è diretta conseguenza proprio di una “ramanzina” che il giocatore dei Leinster ha rivolto agli arbitri al termine della gara, persa 27-26 e nella quale Sexton non aveva neppure giocato, poiché squalificato.

Proteste vibranti e il timore di una stangata

Era però sceso in campo al termine del match e le sue vibranti proteste non erano passate inosservate agli occhi delle tante telecamere presenti. Da qui il timore fondato di una “stangata” che avrebbe potuto minare le ultime fasi della carriera del giocatore, che aveva già annunciato la volontà di chiudere col rugby professionistico al termine della rassegna francese.

A questo punto per l’Irlanda le prospettive restano piuttosto interessanti: prima nel ranking mondiale da un paio d’anni e recente vincitrice del VI Nations, con la presenza di Sexton diventa una volta di più la squadra da battere. E l’idea di vedere l’apertura chiudere la carriera con un trofeo in mano potrebbe diventare una sorta di cartolina d’ingresso per la leggenda, rugbystica e non solo.

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