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Rugby Sei Nazioni, Quesada chiama Zanon al posto di Hasa. La Scozia senza il capitano Tuipulotu

A pochi giorni dal debutto di Murrayfield, Quesada ha selezionato i 34 elementi che disputeranno le prime due gare con Scozia e Galles. E ha quasi tutti a disposizione

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

La trasferta di Murrayfield s’avvicina e l’Italia intera è pronta a spingere il XV azzurro verso l’impresa. Con Gonzalo Quesada intento a preparare quello che (parole sue) sarà “il Sei Nazioni più difficile della storia del rugby italiano”. Perché arriva dopo il miglior torneo disputato dagli azzurri, che nel 2024 hanno chiuso con due vittorie, un pari e due sconfitte. Ripetersi sarà difficile, migliorarsi ancora di più, ma molto passerà anche dal debutto in casa di una Scozia alle prese con diversi problemi, ma che ha voglia di vendicare il ko. dell’Olimpico dell’anno passato.

Quesada e un’Italia finalemente (quasi) al completo

Quando ha accolto i convocati nel centro romano del “Giulio Onesti”, Quesada ha dovuto subito apporre una modifica all’elenco: non c’è infatti Muhamed Hasa tra i trequarti, costretto a dare forfait per un problema fisico, sostituito da Marco Zanon, reduce dall’impegno con il Benetton di sabato scorso a Swansea contro gli Ospreys in URC.

L’Italia dovrà fare a meno di Mirco Spagnolo nelle prime due gare, costretto allo stop per aver rimediato cinque settimana di squalifica durante il derby tra Zebre-Benetton (nel rugby le sanzioni vengono date “a tempo” e valgono per tutte le competizioni). E non ci sarà neppure Andrea Zambonin, seconda linea che tanto bene era andato negli ultimi appuntamenti con la maglia della nazionale.

Se in terza linea e in mediana c’è soltanto l’imbarazzo della scelta (a numero 9 torna Varney al posto di Fusco), di sicuro c’è curiosità per capire quali saranno le scelte all’apertura, visto l’ottimo momento attraversato sia da Paolo Garbisi a Tolone, sia da Tommaso Allan a Perpignan (e c’è pure Leonardo Marin che nel Benetton sta dando credito a chi lo ritiene essere uno dei numero 10 in rampa di lancio a livello internazionale). Trequarti e ali sono piuttosto coperte: intoccabili Brex e Menoncello (ma con Bertaccini pronto a raccoglierne in fretta l’eredità), intoccabile Ange Capuozzo come estremo o, se necessario, all’ala, dove Ioane sembra l’unico certo di avere una maglia da titolare (Trulla, Gallagher e Gesi le alternative).

I “dolori” della Scozia: Townsend perde i pezzi

Che l’attesa sia decisamente quella delle grandi occasioni lo si è capito anche dal numero di biglietti venduti fino a poche ore fa: 150.000 le presenze assicurate nelle tre sfide che la nazionale disputerà a Roma, a partire da quella dell’8 febbraio con il Galles che in casa gallese considerano “la partita più importante del torneo”, visto il momento di grossa difficoltà attraversato dal movimento dei Dragoni Rossi e l’ultimo posto occupato al termine della passata edizione.

Anche in Scozia però sanno che la partita con gli azzurri potrebbe rivelarsi spartiacque per le sorti del loro torneo: il commissario tecnico Gregor Townsend ha convocato altri 5 giocatori in vista della partita di sabato (ore 15,15, diretta su Rai2 e Sky Sport), complici problemi fisici che hanno impedito ad altrettante pedine di rispondere alla chiamata.

Assenze peraltro di un certo rilievo: il capitano Sione Tuipulotu, la seconda linea Steve Cummings e l’ala Kyle Stein rappresentano un fardello mica da poco per una nazionale che ha dimostrato di non avere sempre ricambi all’altezza. La beffa subita all’Olimpico lo scorso anno brucia ancora e c’è da ipotizzare che gli scozzesi vorranno cercare da subito di mettere pressione all’Italia, che pure ha imparato a gestire anche le situazioni più complicate.

Izekor ha in mente solo l’azzurro: “Dimostriamo chi siamo”

Ne è convinto anche Alessandro Izekor, che ha parlato al canale ufficiale della FIR prospettando un Sei Nazioni dove gli azzurri vorranno ribadire il loro nuovo status nel gotha del rugby europeo. “Ci sono tante aspettative attorno a noi ed è bello che sia così, ma sinceramente bisognerà soltanto pensare a fare il nostro percorso. E sarà solo il campo a parlare per noi.

Col Benetton abbiamo fatto un po’ fatica nelle ultime settimane, ma quando si viene in nazionale non si può pensare alla squadra di club, piuttosto solo a far bene per la maglia azzurra. Siamo cresciuti tanto nel corso del 2024, adesso dovremo cercare di mostrare ulteriori passi in avanti. Con la Scozia ritroveremo molti elementi che abbiamo già affrontato in URC, pertanto conosciamo bene il valore dei nostri avversari e posso solo dire che anche noi abbiamo le qualità per poter dire la nostra”.

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