Il rugby gallese minaccia lo sciopero e a finire a rischio è la sentitissima partita del Sei Nazioni contro gli acerrimi rivali dell’Inghilterra, in programma sabato 25 febbraio alle 17,45 al Millennium Stadium di Cardiff.
- Rugby, Sei Nazioni: i giocatori del Galles minacciano lo sciopero
- Galles e il possibile sciopero al Sei Nazioni: stipendi e futuro incerto per i giocatori
- Galles e il possibile sciopero al Sei Nazioni: quella clausola che irrita i giocatori...
Rugby, Sei Nazioni: i giocatori del Galles minacciano lo sciopero
Il fatto è che i giocatori del “XV del Porro” sono sul piede di guerra e le motivazioni sono prettamente economiche, che si intersecano con il sistema rugbistico nazionale. Molti dei giocatori della selezione del commissario tecnico neozelandese Warren Gatland, infatti, non sarebbero certi dei contratti con le rispettive squadre di club in vista del prossimo anno. E nemmeno a quali cifre, visto che a ovest di Bristol si sono cominciate a rincorrere voci riguardanti forti riduzioni.
Galles e il possibile sciopero al Sei Nazioni: stipendi e futuro incerto per i giocatori
Nate sotto la forte spinta della Federazione Rugbistica Gallese, infatti, le 4 franchigie regionali che forniscono la maggior parte degli elementi alla nazionale della palla ovale – ovvero Ospreys, Scarlets, Dragons e Blues – navigano in cattive acque economiche. L’aspetto che conferma il fatto che si stia facendo sul serio è arrivata dalla mancata comunicazione della formazione da parte dello stesso commissario tecnico Warren Gatland. E ciò, ovviamente, non è passato inosservato.
Galles e il possibile sciopero al Sei Nazioni: quella clausola che irrita i giocatori…
Gatland ha dichiarato alla stampa nazionale:
“Lo sciopero è, indubbiamente, una minaccia reale. Tuttavia, avendo parlato con alcune persone oggi, sono fiducioso che il problema verrà risolto. Ciò che i giocatori chiedono è ragionevole e loro sono consapevoli che in futuro sarà necessario ridurre gli stipendi”.
Non solo ragioni economiche: tra le altre clausole poste dai giocatori gallesi, ci sarebbe infatti la cancellazione della regola circa le 60 presenze raggiunte con la nazionale, ovvero la discriminante che consentirebbe ai rugbisti di continuare a vestire la maglia del Galles in casa di trasferimento ad un club straniero.