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Scherma ancora nella bufera: il duro sfogo dell'olimpionico

Daniele Garozzo a ruota libera in un'intervista al 'Corriere della Sera': "La Federazione non sa comunicare, ma io più di così non posso fare: ho vinto due medaglie olimpiche come Federica Pellegrini. Potrei anche smettere oggi".

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Un mese dopo la fine dei Giochi di Tokyo, nella capitale del Giappone si sono spenti anche i riflettori sulle Paralimpiadi.

Entrambe le manifestazioni hanno riservato parecchie soddisfazioni all’Italia con un totale complessivo superiore alle 100 medaglie: 40 i podi nei Giochi per normodotati, ben 69 nelle Paralimpiadi, entrambi record assoluti.

Non sono tuttavia mancate le delusioni sottoforma di risultati inferiori alle aspettative. Il riferimento è alla scherma, che ha arricchito il medagliere italiano con “solo” cinque medaglie. Non poche in assoluto, ma poche rispetto alle soddisfazioni che questo sport era solito regalare ai colori azzurri

Invece sono arrivati solo tre argenti e due bronzi con il numero di medaglie d’oro rimasto a zero per la prima volta da Seul 1988.

Il movimento schermistico italiano sta vivendo un momento difficile, confermato da quanto successo al termine dell’Olimpiade, ovvero la lettera di sfiducia dei fiorettisti nei confronti del ct Aldo Cipressa.

Intervistato dal ‘Corriere della Sera’, Daniele Garozzo, argento a Tokyo nel fioretto individuale dopo essere stato oro a Rio nel 2016, non ha nascosto il proprio malcontento.

Da una parte l’ammissione dell’errore di rendere pubblica quella lettera, dall’altro sfoghi decisi nei confronti della Federazione, ma anche dell’opinione pubblica: “Mi fa male parlare di quella lettera, era una bozza che non doveva uscire, noi atleti abbiamo fatto una bruttissima figura. Il c.t. ha la sua parte di colpe, ma è chiaro che è finito un percorso, lo sport va a cicli: chiediamo nuovi stimoli per continuare fino a Parigi 2024”.

Garozzo stronca poi l’ipotesi Aldo Montano ct: “La Federazione si è chiusa a riccio, è legittimo. Ho sentito mille nomi ma qui serve una persona d’esperienza, che abbia già vinto. Cerioni? È il candidato ideale, io ci spero. Però è necessario che la Federazione abbia la volontà di investire su di lui. Altri nomi non li immagino. Aldo Montano per me è un mito ma per diventare c.t. servono tappe intermedie, perlomeno la gestione dell’Under 20”.

Poi, l’attacco ai media e il pensiero addirittura di mollare tutto: “Io sono troppo autocritico, un pessimo comunicatore di me stesso, ma spiace per come l’argento è stato raccontato. La prova a squadre è stata una tragedia, ma annunciata, perché in quasi cinque anni di Coppa del Mondo, tra Rio e Tokyo, nel fioretto a squadre abbiamo vinto solo tre gare, ma nell’individuale sul podio sono salito. La Federscherma sulla comunicazione è molto indietro: a Tokyo abbiamo vinto cinque medaglie e ne siamo usciti da stra-perdenti. E non si rendono conto che si sta facendo poco a livello giovanile”.

“Ai Giochi ho vinto un oro e un argento, come Federica Pellegrini. Eppure chi è più considerato? Cosa devo fare di più per diventare un’icona dello sport italiano? È una cosa frustrante… A questo punto capisco gli atleti che partecipano ai reality: è l’unico modo per avere soddisfazioni personali. Prima della pandemia il buttafuori di un evento non voleva farmi entrare, non mi aveva riconosciuto, poi è arrivato Greg Paltrinieri e trova tutti i paparazzi schierati per lui. Eppure a Rio ho vinto un oro come lui… Una volta uno sponsor mi disse: sei troppo per bene, troppo educato. Così diventa difficile trovare motivazioni per andare avanti, lo faccio davvero solo per me stesso. A marzo mi laureo in medicina, esercitando guadagnerei di più. Potrei anche decidere di smettere oggi”.

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