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Sci alpino, annullata la discesa libera maschile a Zermatt-Cervinia: troppa neve, polemiche a non finire

Non c'è pace per la prima transfrontaliera della storia dello sci alpino: la neve caduta nella notte tra venerdì e sabato ha costretto la FIS ad annullare la gara

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Non c’è pace per la prima transfrontaliera della storia dello sci alpino: la neve caduta copiosa durante la notte ha costretto la FIS a rimandare ancora una volta l’appuntamento con la discesa libera maschile, già annullata lo scorso anno ma per l’opposto motivo (mancanza di neve).

Impossibile correre in condizioni di sicurezza sul tracciato che dalla Gobba di Roblin avrebbe dovuto portare gli atleti fini ai Laghi delle Cime Bianche, con la particolarità che li vedrebbe oltrepassare il confine svizzero e chiudere la gara sul suolo italiano. Una gara, ormai è piuttosto evidente, “maledetta”.

Troppa neve nella notte: annullamento inevitabile

Già nei giorni scorsi la sensazione era di una difficoltà piuttosto pronunciata legata alle bizze del meteo, che nelle giornate di giovedì e venerdì aveva costretto gli organizzatori ad annullare la seconda e la terza prova cronometrata.

Se a preoccupare maggiormente erano le condizioni del vento in quota (la partenza è fissata a 3.720 metri), a determinare l’annullamento della discesa del sabato è stata però la neve caduta nel corso della notte, che ha reso impossibile qualsiasi tipo di intervento in tempo per lo start della gara, previsto per le 11,30.

Una condizione che potrebbe riproporsi nella notte tra sabato e domenica, al punto che da mettere fortemente a repentaglio anche la gara domenicale. Tra le ipotesi al vaglio della FIS c’è anche quella di un posticipo a lunedì, provando almeno a correre una delle due prove inizialmente previste, ma una decisione verrà presa soltanto nella giornata di domani.

Polemiche senza fine: Zermatt-Cervinia proprio non convince

La prova di Zermatt-Cervinia accusa un altro colpo pesante dopo quelli incassati un anno fa, quando né gli uomini e tantomeno le donne riuscirono a gareggiare nell’inedita gara posta al confine tra Svizzera e Italia.

Quest’anno le cose sembravano andare per il verso giusto: le nevicate di fine ottobre avevano garantito un manto nevoso sufficiente, tale da scongiurare il pericolo di una nuova cancellazione per mancanza di neve. Il problema che si è presentato agli occhi degli organizzatori è stato però opposto: l’improvviso arrivo di una perturbazione da Nord ha mandato in frantumi tutti i piani, rendendo oggettivamente impossibile lo svolgimento della gara.

Che peraltro era stata preceduta da numerose polemiche, soprattutto riferite ai lavori effettuati sul ghiacciaio di Teodulo, con le immagini delle ruspe in azione per rimuovere lo stato superficiale per consentire il passaggio degli atleti che aveva fortemente indignato i comitati ambientalisti, preoccupati di preservare un ecosistema già fortemente minato dai cambiamenti climatici in atto da decenni.

Nel prossimo week-end previste le gare femminili

Della gara transfrontaliera si sentirà parlare ancora per qualche giorno: nel prossimo weekend sono in programma due discese libere femminili, e la speranza della FIS è di poter godere di una situazione meteo più clemente.

La stessa federazione dovrà individuare anche una data e una location per il recupero della prima libera della stagione non disputata, che fa il paio peraltro con il gigante di Soelden, a sua volta non disputato per avverse le condizioni meteo (in quel caso il forte vento che ha imperversato sul Rettenbach ha costretto gli organizzatori ad annullare la gara).

L’Italia a Zermatt-Cervinia si presentava con almeno tre buone carte da giocare del calibro di Dominik Paris, Mattia Casse e Florian Scheider, più il beniamino di casa Alloid che nell’unica prova cronometrata aveva chiuso al secondo posto dietro l’austriaco Striedinger.

Tra le donne, nel prossimo weekend, tutti i riflettori saranno puntati su Sofia Goggia, dominatrice della classifica di specialità di discesa nelle ultime due stagioni. Ma anche lei dovrà fare i conti con l’imprevedibilità delle condizioni meteo a oltre 3.500 metri di altezza, che anche a metà novembre possono impedire di gareggiare. Lo sanno più o meno tutti, forse tranne la FIS.

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