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Sci Alpino, la caduta di Shiffrin a Cortina e quel post premonitore su X: "Un paio di passaggi spaventosi..."

La brutta caduta di Mikaela Shiffrin ripropone il tema della sicurezza delle atlete del circo bianco. Goggia e Brignone concordano: troppe gare e troppi rischi.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

La libera della paura ha mietuto due vittime illustri: aspettando bollettini medici in grado di chiarire la situazione clinica, è evidente che Mikaela Shiffrin e Corinne Suter non torneranno in pista nel fine settimana di Cortina, avendo dovuto abbandonare dopo una manciata di secondi appena la discesa libera che ha aperto il programma di gare sull’Olimpia delle Tofane. E ripensando ai tanti (troppi) incidenti capitati nelle ultime settimane, ecco che il tema della sicurezza delle atlete torna preponderante, specie in coda a una mattinata che ha lasciato in eredità tanti brutti pensieri.

Shiffrin e quei timori emersi dopo le prove

Soprattutto la caduta di Mikaela Shiffrin ha destato preoccupazione: il ginocchio sinistro è sembrato uscire fortemente ammaccato dall’impatto con le reti, che sebbene non si avvenuto a velocità tanto sostenuto (è stato calcolato intorno agli 80 km/h) potrebbe aver provocato un guai serissimo alla fuoriclasse statunitense. Una caduta abbastanza insolita, perché Shiffrin ha perso la linea migliore sull’interno e non sull’esterno della curva, evidentemente sbagliando completamente direzione in avvicinamento.

Un errore che si potrebbe imputare alla leader di Coppa del Mondo, ma che assume contorni abbastanza inquietanti pensando al post messo su X (ex Twitter) nella giornata di ieri, quando segnalava un paio di passaggi “scary” (da tradurre letteralmente come “spaventosi”) dopo la ricognizione effettuata a margine della seconda prova cronometrata, peraltro annullata per via delle condizioni meteo non perfette.

Il post premonitore di Mikaela

Shiffrin si era così espressa in merito alla voglia di tornare a gareggiare nelle discipline veloci dopo aver preferito evitare la trasferta austriaca di Altenmarkt: “Sono così felice di essere tornata qui perché mi piace, anche se ieri è stato un po’ uno shock per me tornare sugli sci da discesa, e ho avuto un paio di momenti “spaventosi” sul percorso (probabilmente guardandoli bene non erano così spaventosi, però mi sentivo così mentre scendevo, perché sono un po’ catastrofista, e allora chiedo: chi è come me?). Non vedo l’ora di ripulire quei passaggi nella prima gara”.

Parole che, se lette a distanza di meno di 24 ore, assumono tutte un altro significato: Mikaela aveva visto qualcosa che in qualche modo avrebbe potuto preoccuparla, e nella foto scattata a corredo del post (in realtà due, perché ha sconfinato i 140 caratteri di X) si trovava proprio all’altezza del punto dove è caduta venerdì mattina. Evidentemente temeva quel passaggio, e la dinamica stessa dell’incidente è sembrata assai strana e particolare, tale da sorprendere del tutto la campionessa americana.

Troppe cadute: che rischi per Brignone, Nufer e Gisin

Auspicando che gli accertamenti ai quali l’atleta è stata immediatamente sottoposta dopo il trasporto in elisoccorso all’ospedale di Cortina d’Ampezzo possano fugare ansie e paure, è evidente che la prima gara sulle Tofane s’è portata appresso una lunga scia di polemiche.

Corinne Suter non è caduta, ma nello stesso punto dove è uscita Shiffrin s’è vista costretta a fermarsi, lamentando dolori a un ginocchio, probabilmente per via del grosso sforzo fatto per evitare di cadere. E questo ha fatto riaffiorare bruttissimi ricordi all’atleta svizzera, che su questa stessa pista cadde rovinosamente un anno fa atterrando male su un salto.

Anche Federica Brignone è caduta, in questo caso però in un punto successivo del tracciato e senza riportare conseguenze (ha semplicemente allungato una traiettoria in uscita curva e ha perso lo sci esterno, di fatto sfruttando le reti per rallentare la velocità). E così anche Priska Nufer e Michelle Gisin hanno pagato dazio sulla neve ampezzana, riportando cadute senza conseguenze ma alquanto spettacolari.

Goggia e Brignone concordi: “Il calendario FIS è troppo fitto”

La stagione 2023-24 si sta rivelando più esigente del previsto. Sofia Goggia, terza al traguardo a pari merito con Valerie Grenier e Christina Ager (per tutte e tre 71 centesimi di ritardo da Stephanie Venier: è la prima volta in una gara femminile di Coppa del Mondo dove salgono addirittura 5 atlete sul podio), ha ammesso che qualcosa non sta funzionando come deve: “Non so se il calendario incida in questa lunga scia di infortuni, ma la FIS sicuramente ci sta portando al limite. Quando vedi cadere e farsi male un’atleta come Shiffrin qualche domanda te la fai. Personalmente dico che non è stata una gara facile per nessuna di noi che era lassù al cancelletto di partenza e aspettava di sapere quando scendere. Io stessa avevo sbagliato in prova mercoledì, e non avendo potuto provare giovedì non me la sono sentita di spingere a tutta”.

Anche Federica Brignone s’è allineata al pensiero della compagna di squadra: “Il calendario è troppo fitto, tre gare a settimana sono veramente troppe e mi sembrano una richiesta eccessiva per noi atlete a livello fisico. Per le polivalenti la pressione e lo stress sono notevoli e si accumulano rapidamente, e questo non ci va essere serene”.

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