La Coppa del Mondo di sci alpino è pronta a riaprire i battenti dopo giorni che definire complicati è poco. Quella femminile ha trasferito armi e bagagli a Soldeu, nel principato di Andorra, dove sabato è in programma uno slalom gigante e domenica uno slalom. Appuntamenti che non vedranno al cancelletto di partenza Mikaela Shiffrin, che sta ancora recuperando dal forte trauma subito a Cortina d’Ampezzo, quando è caduta in discesa procurandosi diversi acciacchi (per fortuna nessuna frattura) al ginocchio sinistro.
- La rinuncia forzata: "Il ginocchio è ancora debole"
- L'affondo contro la FIS: "Atleti di punta impossibilitati a recuperare"
- Parla Shiffrin, ma è come se parlasse Goggia
- Il finale di stagione di Mikaela: cosa c'è in palio
La rinuncia forzata: “Il ginocchio è ancora debole”
La fuoriclasse statunitense, che rimane leader della classifica generale ma con soli 95 punti di vantaggio su Lara Gut-Behrami, sa perfettamente che questa scelta potrebbe costarle la vetta già nel prossimo fine settimana. Non sembra però essersene curata troppo: nella sua testa è ancora nitido il ricordo della caduta sulle Tofane, ma soprattutto le è ben chiaro il programma da stilare da qui a fine stagione, quando dovrà cercare di gestirsi al meglio per evitare ricadute e contraccolpi (tanto fisici, quanto psicologici).
Lo ha spiegato in modo impeccabile in un lungo messaggio social, nel quale ha tenuto a ringraziare tutti coloro che in queste due settimane le hanno mostrato vicinanza e affetto. “Per me e Aksel (Kilde, il fidanzato, anch’esso infortunato) è stato davvero importante ricevere tutto questo supporto. Mi sarebbe piaciuto tanto essere presente a Soldeu, dove conservo tanti bei ricordi, ma purtroppo il mio ginocchio non può ancora sopportare tutti i carichi che una gara comporta. Ma ci rivedremo presto, perché sto lavorando duramente per rientrare il più velocemente possibile”.
L’affondo contro la FIS: “Atleti di punta impossibilitati a recuperare”
Shiffrin ha però dedicato un lungo paragrafo del suo messaggio al tema della sicurezza, arrivando ad attaccare senza mezzi termini la FIS, rea di costringere gli atleti di punta a presenziare a troppi eventi dopo le gare, tali da impedire loro di recuperare le forze in vista delle gare successive (spesso programmate il giorno dopo). “Quanto accaduto quest’anno in fatto di infortuni è sconcertante. È stato detto molto a riguardo e ritengo che sia necessario rivedere alcune cose, innanzitutto considerando meglio le esigenze degli atleti di punta.
Non mi riferisco soltanto al calendario, ma anche al programma serale che viene svolto ogni volta che ci sono da onorare le cerimonie del podio e quanto altro. Tra incontri media, premiazioni e altri appuntamenti, le ore passano velocemente e ritrovarsi alla sera senza aver avuto nemmeno il tempo di poter lavorare in funzione della gara successiva è la regola. La stanchezza a questo punto della stagione è un fattore ineluttabile, ma molte cose accadono perché non ci vengono dati tempi sufficienti per recuperare”.
Parla Shiffrin, ma è come se parlasse Goggia
Il discorso fatto da Shiffrin, che in realtà va ad affiancare quello espresso precedentemente dal suo compagno nella vita Kilde, in qualche modo vale anche per chi, come Sofia Goggia, al cerimoniale post gara è particolarmente abituata, tenuto conto delle 24 vittorie ottenute in carriera e i 54 podi totali (quest’anno, prima dello stop, ha messo assieme due vittorie, un secondo e tre terzi posti).
Sofia peraltro si è infortunata proprio mente stava preparando la tappa del week-end ad Andorra, forte anche di una ritrovata vitalità tra le porte del gigante, che l’aveva vista chiudere in quinta posizione sull’Erta di Plan de Corones, addirittura migliore di tutto il plotone azzurro (dietro di lei anche Federica Brignone, sesta al traguardo).
Il finale di stagione di Mikaela: cosa c’è in palio
Se Goggia è stata costretta a fermarsi e a dare appuntamento alla prossima annata, col rischio concreto di vedere la coppa di specialità di discesa finire in mani altrui, Shiffrin ha ancora diversi obiettivi da cogliere: oltre alla difesa del primato in classifica generale ci sono da difendere la coppa di specialità in slalom (con Vhlova infortunata la cosa appare possibile: Lena Durr è distante 228 punti quando restano tre gare da disputare) e soprattutto c’è da inseguire quota 100 vittorie in carriera (per ora è a 95).
Propositi che dovranno andare di pari passo con una condizione fisica da recuperare. “Per fortuna il ginocchio non ha subito traumi troppo gravi. Devo avere pazienza: la situazione migliora costantemente giorno dopo giorno, ma essendoci molto in gioco in questa stagione devo cercare di fare le cose con calma. La priorità è assicurarmi che il ginocchio sia forte e pienamente disposto a sopportare i carichi, e quando accadrà (spero presto) mi rivedrete al cancelletto”.