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Scommesse, dirigente nei guai per debiti si affida a usurai e li fa arrestare

Interessi da capogiro e minacce alla base di una vicenda che ha scosso l'Eccellenza bresciana: cosa è successo, il dramma di un dirigente finito nella morsa degli usurai.

Pubblicato:

Marco Festa

Marco Festa

Giornalista

Frequentatore di stadi ed esperto di calcio, ama agganciare e far domande a idoli e futuri campioni. Anzi, spesso precorre gli addetti ai lavori e li scova prima di loro

Non ce l’ha fatta più e lo scorso 15 giugno ha deciso di presentarsi in caserma a Chiari per denunciare gli usurai che minacciavano lui e la sua famiglia per debiti legati alle scommesse sportive. Un ventinovenne, responsabile commerciale presso un’azienda nell’est bresciano e dirigente di una squadra di calcio di Eccellenza, è crollato sotto il peso di una situazione diventata seria e pesante.

Ha spiegato di essere appassionato di scommesse sportive, di aver iniziato su canali legali e investendo somme contenute ma che da quattro anni la passione era diventata un vizio tanto da spingerlo a utilizzare siti e chat non autorizzati che lo hanno fatto finire nelle mani degli allibratori e a chiedere prestiti tra febbraio e maggio per saldare i debiti accumulati e continuare a giocare.

Scommesse, le minacce e le telefonate con un linguaggio in codice

Finito tra le mani degli usurai ha iniziato a essere minacciato da personaggi che gli ricordavano come a Rovato per non aver saldato i debiti era ritrovato un uomo accoltellato nei cassonetti dell’immondizia o che a qualcuno era stata bruciata la macchina per intimargli di pagare affinché non rischiasse di ritrovarsi in situazioni “spiacevoli” perché, gli dicevano: “Non scherziamo”.

Alle cifre stanziate veniva applicato un tasso di interesse fino al 280 per cento. Su ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Angela Corvi sono finiti in manette e agli arresti domiciliari a vario titolo per usura ed estorsione tre uomini di cui un imprenditore di origine albanese.

Al telefono utilizzavano un linguaggio in codice parlando di “camion”, “ordinativi”, “cantieri” essendo le loro attività lecite nell’ambito dell’edilizia. Il primo presunto “esecutore materiale” che “forniva in prima persona il contante all’usurato e lo sollecitava, prima con richieste pressanti, poi con esplicite minacce, a restituire capitali e interessi”, gli altri due, soprattutto l’imprenditore di origine albanese, secondo la ricostruzione del Gip:

“Dirigevano le operazioni e fornivano la provvista necessaria per condurre a termine l’illecita operazione finanziaria”.

Nelle intercettazioni, ci sono molti i riferimenti alla loro necessità di recuperare i crediti. La vittima li aveva conosciuti in ambito sportivo.

Calcio e scommesse, prestiti e tassi di interesse da capogiro

I prestiti sono stati ricostruiti anche da un consulente tecnico: cinquantamila euro in contanti con tasso di interesse del dieci per cento mensile e una mediazione di circa duemila euro per uno degli indagati, per un tasso totale del 177,43 per cento che arriva al 280,77 per cento per il prestito successivo, da ventiseimila euro con restituzione di trentamila euro il 10 maggio, poii saliti a trentacinquemila da ripianare entro l’8 luglio: tasso di interesse pari al 103,11 per cento.

Scommesse, gli allibratori e gli “avvertimenti” a madre e padre della vittima

Il 27 giugno scorso, la presunta vittima avrebbe dovuto incontrare uno dei suoi carnefici fuori dallo stadio di Brescia per portargli undicimila mila euro a parziale saldo del suo debito. Non si presentò e si rese irreperibile innescando la furia dei creditori che si rivolsero anche al padre e alla madre. Il Gip spiega:

“Non esitavano a minacciare ripetutamente una delle vittime, per ottenere la restituzione di quanto dovuto, chiamando in causa pure i parenti più stretti della stessa. Il complesso tenore delle conversazioni, in particolare i toni drammatici delle minacce e delle allusioni tra i vari protagonisti della vicenda, circa conseguenze gravemente pregiudizievoli derivanti dal mancato pagamento del debito dimostrano l’elemento soggettivo in capo agli indagati anche con riferimento alla natura usuraia degli interessi”.

Una decina di avvisi di garanzia è stata, intanto, notificata tra Brescia e Como ad altrettanti indagati con posizioni marginali e legate alla filiera delle scommesse illecite, che ora andrà ricostruita.

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