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Milan-Inter, le frasi celebri del derby: da Peppino Prisco a Tognazzi, da Herrera a Teocoli

La stracittadina meneghina rivissuta attraverso sfottò e provocazioni, lo zibaldone della vigilia della partita che può dare lo scudetto all'Inter

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Dario Santoro

Dario Santoro

Giornalista

Scrive, commenta, racconta lo sport in tutte le sfaccettature. Tocca l'apice quando ha modo di concentrarsi sule interviste ai grandi protagonisti

“Luci a San Siro/ di quella sera/Che c’è di strano siamo stati tutti là/Ricordi il gioco dentro la nebbia/Tu ti nascondi e se ti trovo ti amo là…”. Così cantava Roberto Vecchioni, interista doc, in una delle sue canzoni più note e domani a San Siro le luci si accenderanno per uno dei derby più attesi della storia recente, il primo che può consegnare uno scudetto per la possibile doppia gioia interista e il possibile doppio dramma milanista. Il derby è così, una partita speciale, diversa da tutte. E quello di Milano è diverso anche da quelli di Roma, Torino o Genova. E’ una storia di sfottò, ironie garbate, battute, provocazioni e risate. Che racchiudiamo in uno zibaldone di frasi celebri.

Peppino Prisco e le sue folgoranti freddure

“Prima di morire faccio la tessera del Milan, così avranno un tifoso in meno…”.

“Il vero interista è interista solo al 20 per cento, all’80 per cento è anti-milanista”.

“A Milano ci sono due squadre: l’Inter, e la Primavera dell’Inter”.

Tutti i miei figli sono interisti. Una volta mi hanno chiesto se mio figlio Luigi avesse tifato per il Milan. Ho risposto: “Lui ha gli occhi azzurri ed è chiaro di capelli, mentre io ero scuro e ho gli occhi neri. Se Luigi avesse tifato Milan, avrei chiesto la prova del sangue. Perché a quel punto non mi sarei fidato neanche di mia moglie”.

“Io sono contro ogni forma di razzismo, ma mia figlia in sposa a un giocatore del Milan non la darei mai”. “L’Inter nacque da una scissione del Milan: ecco la dimostrazione che si può fare qualcosa di importante partendo da niente!”.

Abatantuono tra Rivera e Padre Pio

Diego Abatantuono:

“Grembiule nero e fiocco azzurro: per un bambino milanista il primo giorno di scuola è un trauma”.

“Diventai milanista perché da piccolo trovai un giorno per terra il portafoglio di mio nonno. Lo aprii e vidi le foto ingiallite di padre Pio e Gianni Rivera, che io non conoscevo, non sapevo chi fossero. Lo chiesi a mio nonno e lui mi spiegò: uno fa i miracoli, l’altro è un popolare frate pugliese”.

Da Herrera a Severgnini, la voce nerazzurra

Helenio Herrera: Tra gli slogan motivazionali utilizzati dall’allenatore della Grande Inter, uno anti-rossonero, buono per la vigilia del derby: “Il Milan, per noi, non esiste”.

Nicola Berti: «Dopo una sconfitta in Coppa Italia, Franco Baresi mi fece il gesto delle tre dita; persi la testa, litigai con tutti. E in sala stampa dissi la famosa frase: ‘Meglio sconfitto che milanista’».

Beppe Severgnini: Se il calcio è epico – talvolta, devo dire, mi sembra soprattutto comico – è difficile trovare un ruolo ai rossoneri. Se l’Inter è Ettore (bello, valoroso e masochista), e la Juve è Achille (forte, permaloso e furbetto) il Milan può essere, al massimo, Patroclo. Bravo ragazzo, ma perfino Omero dopo qualche verso l’ha mollato.

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Da Tognazzi a Teocoli, la risata rossonera

Ugo Tognazzi: “Sono milanista dalla nascita. Avevo uno zio tifosissimo del Milan. Uno di quelli che fanno la storia del tifo calcistico. II giorno che ricevetti il battesimo, senza che nessuno se ne accorgesse lo zio milanista legò i miei… attributi maschili con un nastrino rossonero. E io sono andato in chiesa col mio bel “cosino” legato, sotto il coprifasce di pizzo bianco. Quando poi me lo hanno detto, ricordo che ho pensato: meno male che era maschio, quello era capace di mettermi una bandierina!”

Teo Teocoli: “Quando arrivai a Milano, all’età di cinque anni, mi fecero la fatidica domanda, uguale per tutti da venti generazioni: “Coppi o Bartali? Milan o Inter?”. Te la ponevano veloce: “CoppiBartali? MilanInter?”. Dovevi rispondere subito. Io dissi Milan senza respirare, senza riflettere, e senza rendermi conto che improvvisamente avevo acquisito… circa sei milioni di cugini”

Silvio Berlusconi: “Santità, mi lasci dire che lei assomiglia un po’ al mio Milan: tutti e due andiamo spesso in trasferta a portare nel mondo un’idea vincente”.

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