Il centravanti del Milan Zlatan Ibrahimovic allontana ancora una volta le voci su un suo possibile ritiro. Ospite a RAI3 per presentare il suo libro Adrenalina, lo svedese non vuole sentire parlare di rinunciare al calcio e parla a 360° di tutto, da Raiola ai compagni di squadra fino al Milan stesso, al quale giura amore eterno.
Una parola sui dolori cronici che ha dichiarato di sentire ogni volta che si sveglia, cosa forse normale per un giocatore ormai 40enne che ancora vuole essere protagonista:
“Ogni mattina sento questi dolori, ma in testa ho degli obiettivi. Bisogna abituarsi a soffrire e queste sofferenze le trasformo in energie. Cerco sempre l’adrenalina? L’adrenalina mi fa stare a questi livelli, e senza adrenalina non sarei dove sono. L’adrenalina è la chiave di tutto. Prima ero più rock ‘n’ roll e bello, adesso sono più maturo. Da bambino ero molto attivo. I miei genitori provavano a controllarmi, ma non ci riuscivano. Ho parlato di Berlusconi nel libro? Voleva sempre che mi tagliassi i capelli, ma io gli dicevo che la mia forza è nei capelli”.
Poi la questione contratto, che scade a giungo ma che per ora non dovrebbe segnare la fine della sua carriera. Al momento solo verbale, col Milan infatti c’è già un principio di accordo per prolungare fino al 2023:
“Il mio contratto non scade. Voglio giocare il più possibile e finché avrò adrenalina giocherò. Mettiamo pressione al Milan per il rinnovo e spero di rimanere in rossonero per tutta la vita. Ho ancora degli obiettivi da poter raggiungere e voglio vincere ancora uno Scudetto. Non so cosa ci sarà dopo il calcio perciò ho un po’ paura di smettere. Vediamo, ma voglio continuare a giocare”.
Una parola anche sui suoi idoli in campo Van Basten e Ronaldo e su due suoi ex allenatori, cioè Carlo Ancelotti e José Mourinho:
“Van Basten mi ha messo in difficoltà perché quando sono arrivato all’Ajax ero giovane e mi paragonavano a lui. Non è stato facile mantenere le attese. Ronaldo è il più forte. Lo imitavo in campo, ma faceva le cose con una velocità incredibile. Mourinho è un grande amico e grande allenatore. Mi ha fatto crescere dentro e fuori dal campo. Ancelotti è una grande persona e grande mister. Quando ha lasciato il PSG l’ho chiamato e gli ho detto ‘ciao mister’. Lui mi ha risposto dicendomi di non chiamarlo più mister perché siamo amici”.