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Short Track, un audio conferma la tesi di Arianna Fontana: Dotti e Cassinelli volevano infortunarla

La prima udienza del nuovo processo nel quale Arianna Fontana accusa due colleghi di aver tentato di infortunarla si apre con l'acquisizione chiave di un audio.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Per ora è rimasta a guardare durante i primi appuntamenti stagionali di Coppa del Mondo, ma Arianna Fontana non ha la minima intenzione di tornare sui suoi passi. Almeno fino a quando non sarà fatta chiarezza sulla vicenda che la vede coinvolta ormai da più di 4 anni, quella relativa al presunto tentativo operato da alcuni pattinatori di volerla infortunare in allenamento. Una storia che è esplosa dopo l’Olimpiade di Pechino 2022, quando le frizioni tra la plurimedagliata di Sondrio e la federazione italiana sono uscite dal seminato, gettando un’ombra pesante su una delle federazioni più vincenti degli sport invernali.

Indagine riaperta: il Tribunale mette l’audio agli atti

Nella giornata di martedì 5 dicembre s’è tenuta la prima udienza davanti al Tribunale Federale, che sarà chiamato a decidere se le accuse rivolte dalla Fontana nei confronti di Tommaso Dotti e Andrea Cassinelli abbiano motivo di essere ritenute tali, e quindi meritevoli di portare a una sanzione ai due atleti. L’unica testata accreditata all’udienza è il Corriere della Sera.

Che per la prima volta dopo il clamore mediatico suscitato dalla vicenda hanno avuto modo di ritrovarsi nella stessa stanza dove era presente la Fontana, che per l’occasione ha prodotto un elemento di cui non s’era fatta menzione nella prima indagine portata avanti dalla FISG: un audio contenente alcune dichiarazioni fatte dai due atleti accusati di averla fatta cadere volontariamente in allenamento, registrato il giorno successivo a quando si sarebbero verificati i fatti. Un audio nel quale i due sostanzialmente confermano la loro intenzione di provocare un infortunio ai danni della collega, e che pertanto rappresenterebbe una prova di capitale importanza a favore della campionessa olimpica.

Due punti chiave a favore di Fontana

Il fatto che i giudici del Tribunale Federale abbiano accettato di mettere agli atti l’audio, nonostante siano trascorsi ormai quasi 5 anni da quando è stato registrato, è certamente un punto favorevole alla Fontana. Che nella prima udienza della nuova indagine ha ottenuto altri due pronunciamenti a lei favorevoli: è stata respinta la richiesta della difesa dei due atleti imputati di considerare eccessivamente lunga la durata dell’indagine (ritenuta “spropositata” anche in relazione ai tempi biblici della giustizia applicata allo sport), motivando la decisione con il fatto che la federazione italiana sport su ghiaccio non prevede un termine perentorio di chiusura delle indagini.

Inoltre, il Tribunale Federale ha accolto la richiesta dei legali della Fontana di costituirsi come parte del processo, sebbene non sarà sentita come testimone. Aver prodotto la registrazione audio della conversazione tra i due pattinatori, avvenuta nel corso del meeting di squadra, potrebbe rivelarsi un fattore in una vicenda intricata e complicata, dove alle questioni personali si mescolano anche aspetti sportivi.

Una questione “morale”: Arianna e gli scenari futuri

Perché Arianna ha fatto sapere ai quattro venti che in assenza di un verdetto che dichiari la colpevolezza di Dotti e Cassinelli non ha la minima intenzione di tornare in pista, e tantomeno di gareggiare con i colori italiani. Al punto che in vista dei giochi di Milano-Cortina 2026 non ha escluso di poter prendere parte alla rassegna a cinque cerchi gareggiando per gli Stati Uniti, lei che è sposata con Anthony Lo Bello, ex pattinatore nonché suo allenatore (proprio la decisione di farsi allenare dal compagno di vita è stata tra le cause della rottura con i vertici federali).

Fontana, che il prossimo 14 aprile compirà 34 anni, potrebbe dunque saltare l’intera stagione 2023-24 pur di vedere riconosciuto quello che ritiene un diritto non trattabile: non ha chiesto un risarcimento economico, ma soltanto “morale” per dimostrare che la tesi secondo la quale ci fosse un piano ordito dall’alto per impedirle di gareggiare era assolutamente reale. Una conferma diretta del concetto di “ambiente tossico” di cui aveva parlato a più riprese già dopo i giochi olimpici di Pyeongchang 2018.

Cosa rischiano Dotti e Cassinelli

Dotti e Cassinelli sono accusati di aver violato l’articolo 1 del Regolamento di giustizia, che prevede sanzioni che vanno dalla diffida sino alla radiazione. Entrambi sono attualmente infortunati, e curiosamente al pari di Fontana non gareggiano negli appuntamenti correnti di Coppa del Mondo. Il prossimo 16-17 gennaio l’udienza proseguirà con l’audizione dei testimoni (tra cui il segretario generale FISG Ippolito Sanfratello, il direttore tecnico Kenan Gouadec e l’ex atleta Cynthia Mascietta), alla presenza dl Procuratore Nazionale del CONI Alessandra Flamminii Minuto e del Procuratore della FISG Marco Cozzi.

Riceviamo (e pubblichiamo) dal legale di Tommaso Dotti

In merito alla vicenda, riceviamo e pubblichiamo dall’avvocato Riccardo Verbena, legale di Tommaso Dotti:

Non è certo questa la sede per esporre le ragioni in forza delle quali la presente difesa ritiene le accuse mosse al suo assistito palesemente destituite di ogni fondamento (lo si sta facendo e lo si farà nelle sedi competenti, con la massima fiducia nelle istituzioni chiamate a decidere), né è intenzione della presente difesa porre limiti alla sacrosanta libertà della stampa; ma, d’altro canto, non si può continuare ad assistere inermi al racconto di una sola versione dei fatti, senza perlomeno pretendere che venga precisato che questa è – appunto – una sola versione. Il silenzio serbato fino ad ora dal signor Dotti sulla questione è giustificato non certo dall’assenza di cose da dire, quanto semmai dal profondo rispetto per gli organi di giustizia sportiva e per i doveri di comportamento (cui tutti gli atleti dovrebbero attenersi), oltre che dalla volontà di non turbare la serenità della squadra con vicende “mediatiche”; ma non può e non deve trasformarsi nell’occasione per accreditare una verità inesistente, sulla base dell’unica voce che ha interesse a farsi sentire.

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