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Shunsuke Nakamura: la conquista dell’Ovest

La storia di uno dei calciatori nipponici arrivati in Serie A negli anni Duemila, Shunsuke Nakamura, che ha poi conquistato le vette più alte.

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Claudio Cafarelli

Claudio Cafarelli

Giornalista

Classe 1985: SEO, copywriter e content manager. Laurea in Economia, giornalista pubblicista.

Shunsuke Nakamura: la conquista dell’Ovest Fonte: Imago Images

Quando arriva in Italia, è solo un acquisto esotico, di quelli che la Serie A sta facendo da un po’ di anni, soprattutto sull’onda del Perugia di Gaucci. È il momento d’oro del calcio asiatico, almeno a livello commerciale, e avere in rosa un giocatore giapponese può significare grandi introiti in termini di merchandising all’estero, soprattutto per un piccolo club.

Ma Shunsuke Nakamura si rivelerà fin da subito un giocatore che è molto più di una calamita per sponsor internazionali. Se Hidetoshi Nakata aveva aperto la strada, fu Nakamura a confermare che i giapponesi potevano essere davvero un valido investimento anche a livello tecnico per il calcio italiano. Una lezione che, purtroppo, oggi pare essere stata dimenticata.

Gli esordi di Shunsuke Nakamura

Il calcio internazionale scopre Nakamura nel 2000, quando a 22 anni è titolare nella nazionale nipponica che conquista un importante titolo continentale, battendo in finale l’Arabia Saudita. Un biglietto da visita molto importante in vista dei Mondiali che, due anni dopo, proprio il paese del Sol Levante ospiterà assieme alla Corea del Sud, e in cui ci si aspetta faccia una grande impressione. La Federcalcio ha affidato la panchina all’esperto francese Philippe Troussier, l’uomo che ha portato il Sudafrica ai Mondiali nel 1998, e l’inizio è ottimo.

Shunsuke Nakamura è nato il 24 maggio 1978 a Yokohama, la città che ospiterà la finale dei primi Mondiali asiatici. Inizia a giocare a calcio a 5 anni, quando negli anni Ottanta il Giappone sta iniziando a investire molto nel calcio: nei primi anni Novanta nascerà la J-League, il primo campionato professionistico nipponico, che annovererà nomi di grido come Zico e Arsene Wenger. Nakamura inizia a giocare, come la maggior parte dei suoi connazionali, in piccole squadre scolastiche, come il Misono FC e il Toko Gakuen, dove si diploma nel 1997.

Nello stesso anno passa al calcio professionistico, firmando per il Yokohama Marinos, il club della sua città controllato dall’industria automobilistica Nissan, che nel 1995 aveva conquistato lo scudetto. Si afferma fin da subito nel centrocampo della squadra titolare, diventando uno degli elementi più importanti della rosa, tanto che già nell’annata 1998 realizza 10 gol in campionato, che sarà il suo massimo in patria.

Allo Yokohama Marinos, Shunsuke Nakamura ha modo di fare grande esperienza, lavorando con vari tecnici stranieri (Xabier Azkagorta, Gert Engles, Antonio de la Cruz, Osvaldo Ardiles, Sebastiao Lazaroni), e ha anche l’occasione di giocare accanto all’attaccante ex Barcellona Julio Salinas. Le sue prestazioni lo portano a esordire in nazionale nel 2000, prendendo parte da protagonista alla Coppa d’Asia. Tuttavia, nonostante le grandi promesse che giravano attorno a lui, Troussier decise di non convocarlo per i Mondiali del 2002 (dove il Giappone, per inciso, deluderà).

Shunsuke Nakamura con la maglia del Celtic Fonte: Imago Images

Il calcio giapponese alla conquista dell’Europa

Quando la Reggina decide di acquistarlo, nell’estate del 2002, Shunsuke Nakamura non fa dunque parte dei calciatori nipponici più noti all’estero, non avendo preso parte alla rassegna iridata appena conclusa. Ma la strada che collega il Sol Levante all’Occidente europeo è, almeno nel calcio, ben conosciuta. Il primo a percorrerla è stato il centrocampista offensivo Yasuhiko Okudera, che fece furore in Bundesliga tra il 1977 e il 1986 con le maglie di Colonia, Hertha Berlino e Werder Brema. Poi era arrivata la Serie A, che nel 1994 aveva portato l’attaccante Kazuyoshi Miura al Genoa, e poi nel 1998 il centrocampista Hidetoshi Nakata al Perugia.

Nakata era stato il nome della svolta, anche a livello europeo e non solo italiano. Nel 2001 fu uno degli eroi dello scudetto vinto dalla Roma, diventando una star globale e favorendo l’arrivo in Europa di altri suoi connazionali. Come Hiroshi Nanami, che si accasò al Venezia nel 1999. La conquista della Coppa d’Asia del 2000 aveva dato un altro importante impulso: dopo il torneo, il portiere Yoshikatsu Kawaguchi era passato al Portsmouth, Shinji Ono al Feyenoord, Akinori Nishizawa all’Espanyol e Junichi Inamoto all’Arsenal.

Shunsuke Nakamura in Serie A: il colpo della Reggina

Il fatto che non avesse giocato il Mondiale era in realtà un vantaggio: non c’erano troppe aspettative su di lui, e in generale il costo del suo cartellino non era stato esagerato: 3,5 milioni di dollari. Gli amaranto del presidente Pasquale Foti erano appena stati promossi in Serie A, ma avevano sostituito l’allenatore della promozione Franco Colomba con Bortolo Mutti, il quale si ritrovava con a disposizione una squadra magari non molto esperta, ma con valori tecnici molto interessanti.

Spiccava ovviamente il trequartista e capitano Francesco Cozza, vero leader della squadra, ma anche l’onduregno Julio Cesar Leon e il regista brasiliano Mozart aggiungevano qualità alla squadra. In tutto questo, a Shunsuke Nakamura venne dato a sorpresa il numero 10 sulla maglia, una cosa che a molti parve più una mossa commerciale che una decisione tecnicamente motivata. Il giapponese smentì questo scetticismo con 3 gol nelle prime 3 partite di campionato.

La sua prima stagione in Calabria fu impressionante, con 8 reti totali (miglior marcatore del club, alla pari dell’attaccante Emiliano Bonazzoli) che contribuirono alla comoda salvezza della Reggina. Le due annate successive, però, saranno molto meno convincenti, anche a causa degli infortuni frequenti di Nakamura, anche se nell’estate del 2004 torna ad avere un ruolo centrale in nazionale (adesso allenata da Zico) e trascina il Giappone a vincere un’altra Coppa d’Asia. Riceve anche il premio come miglior giocatore della stagione, che gli dona ulteriore fama internazionale.

La Reggina decide di trattenerlo un’altra stagione, e anche se più sacrificato a livello offensivo nel 3-5-2 di Walter Mazzarri, Shunsuke Nakamura è ancora un elemento importante nella squadra. In quella stagione, gli amaranto raggiungono un incredibile decimo posto, che rappresenta la miglior stagione della storia del club calabrese.

L’exploit internazionale: Shunsuke Nakamura stella a Glasgow

Ad acquistarlo, per 2,5 milioni di sterline, è il Celtic Glasgow, gloriosa squadra scozzese che ancora gode di grande rispetto internazionale. Il club ha scelto di cambiare allenatore, assumendo l’ex Southampton Gordon Strachan, e puntando su acquisti che mescolino esperienza e prospettiva. Nakamura arriva per essere il nuovo regista del Celtic, mentre dal Manchester United approda a Glasgow il mediano Roy Keane. C’è spazio anche per una coppia polacca destinata a far vedere ottime cose: Maciej Zurawski in attacco e Artur Boruc tra i pali.

In breve, Nakamura diventa un idolo del Celtic Park. Non è l’unico asiatico della squadra (in estate è arrivato anche il cinese Du Wei, che però ha pochissimo spazio), ma è decisamente quello più appariscente ed efficace in campo. Con il Celtic non solo conquista titoli in Scozia, ma diventa anche il primo giapponese della storia segnare un gol in Champions League: accade il 13 settembre 2006, contro il Manchester United.

La stagione 2006/2007, la seconda delle quattro che trascorrerà, sempre da titolare, al Celtic, sarà in assoluto la migliore, specialmente a livello realizzativo. Con 11 reti in 50 partite, Shunsuke Nakamura stabilirà un nuovo record personale di gol. La sua esperienza coi Bhoys di Glasgow sarà anche molto importante per sfatare tanti pregiudizi verso i giocatori asiatici, ed è anche merito suo se oggi il Celtic è una delle squadre con più giocatori giapponesi in rosa.

A proposito di Giappone: durante la sua permanenza in Scozia, Nakamura gioca finalmente ai Mondiali, quelli di Germania, in cui segna anche una rete all’esordio contro l’Australia, anche se poi la sua squadra viene eliminata al primo turno. Nel 2007 è ancora protagonista di un’ottima Coppa d’Asia, anche se stavolta il Giappone cade in semifinale contro l’Arabia Saudita, per poi perdere ai rigori la finale per il terzo posto contro la Corea del Sud.

Shunsuke Nakamura con la maglia del Celtic Fonte: Imago Images

Shunsuke Nakamura: il finale di carriera

A 31 anni, il centrocampista di Yokohama decide di tentare l’avventura in Spagna, un campionato che lo aveva sempre affascinato (al suo addio alla Reggina si era parlato di diversi club della Liga interessati a lui) e firma con l’Espanyol. In quel momento, il club catalano ha appena assunto come allenatore l’esordiente Mauricio Pochettino, e in rosa ci sono giocatori di buon livello come Pablo Osvaldo e José Callejon.

Purtroppo, anche a causa di alcuni problemi fisici, Nakamura in Spagna ha poca fortuna, e a febbraio decide già di cambiare aria. Fa così ritorno in Giappone, accordandosi con il Yokohama Marinos, il club da cui era partita la sua avventura. Il ritorno in patria, che sembrava per lui solo l’ultima breve tappa prima del finale di carriera, finisce invece per rinvigorirlo. Shunsuke Nakamura resta nel club della sua città fino al 2016, riuscendo finalmente a conquistare un titolo in Giappone, con la Coppa dell’Imperatore del 2014. Stabilisce inoltre il suo nuovo record di gol stagionali, con le 13 reti messe a segno nel 2013.

Tra il 2017 fino al marzo 2019, l’ex centrocampista della Reggina veste dunque la maglia del Jubilo Iwata, dopodiché, pur avendo ormai superato i 40 anni, accetta una nuova avventura, sottoscrivendo un contratto con il secondo club della sua città, il Yokohama FC. Inizialmente arrivato con la squadra in seconda divisione, riesce a portarlo alla promozione, e disputa ancora due annata nella J-League, prima di una nuova retrocessione. Nel 2022, all’età ormai di 44 anni, Shunsuke Nakamura scende ancora in campo per 6 partite con lo Yokohama FC, dando il suo contributo al ritorno della società nella massima serie, prima di ritirarsi dal calcio giocato.

Shunsuke Nakamura: le statistiche della carriera

La carriera di Shunsuke Nakamura come calciatore professionista è durata in tutto 25 anni, iniziando nel 1997 e concludendosi nel 2022 e svolgendosi attraverso sei club diversi. Il club in cui ha trascorso la maggior parte di questo periodo è stato ovviamente il Yokohama Marinos, di cui ha vestito la maglia in due occasioni: la prima tra il 1997 e il 2002, e la seconda tra il 2010 e il 2018. Con il club rosso-bianco-blu della sua città, ha disputato in tutto 416 partite segnando 83 gol, vincendo però solo un trofeo: la Coppa dell’Imperatore nel 2014.

In totale, Nakamura ha segnato 158 gol in carriera, disputando ben 873 partite tra club e nazionale. La squadra in cui ha passato più tempo in Europa, come detto, è stato il Celtic, con cui ha giocato 166 partite segnando 33 gol, tra il 2005 e il 2009. Con gli scozzesi il centrocampista di Yokohama si è tolto le maggiori soddisfazioni, conquistando i suoi unici trofei europei: tre campionati scozzesi, due Coppe di Lega e una Coppa di Scozia, prendendo anche parte alla Champions League.

Per quanto riguarda il capitolo nazionale, col Giappone Shunsuke Nakamura vanta 24 gol in 98 presenze. Ha preso parte due volte alla Coppa del Mondo, nel 2006 e nel 2010 (dove però scese in campo una sola volta). Le sue maggiori soddisfazioni con i ‘Samurai Blu’, se le è però tolte in Coppa d’Asia, torneo che ha conquistato due volte su tre partecipazioni, venendo anche premiato miglior giocatore del torneo nell’edizione del 2004.

Shunsuke Nakamura skills: il re delle punizioni

Come calciatore, Shunsuke Nakamura è stato un centrocampista molto tecnico e dal piede decisamente educato, anche se molto esile dal punto di vista fisico. Per gran parte della sua carriera ha agito da trequartista centrale o da mezzala, anche se spesso veniva provato decentrato sulla destra. Diventava così un’ala molto atipica, poco veloce e di movimento, ma perfetto nei cross e nei passaggi, utile per creare superiorità in dribbling, e pericoloso al tiro.

Il suo mancino, specialmente dalla media e grande distanza, è stato sempre il fiore all’occhiello del gioco di Nakamura. Specialmente per quanto riguardava i calci piazzati, e in particolare le punizioni, che sono diventate il suo marchio di fabbrica. Le abilità balistiche del giapponese ne hanno fatto, fin dai tempi della Reggina, un giocatore molto spettacolare e, per questo, anche molto amato dai suoi tifosi.

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