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Sinner, l'ammissione di Binaghi sul no alla Davis e il segreto svelato di Jannik: Berrettini il nuovo leader

Il presidente della Federtennis chiude il caso: "Troppe polemiche, scelta sofferta per tutti". Immutate le ambizioni: "Alle Finals non partiremo da 1-0, ma possiamo vincere".

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Rino Dazzo

Rino Dazzo

Giornalista

Se mai ci fosse modo di traslare il glossario del calcio in una nicchia di esperti, lui ne farebbe parte. Non si perde una svista arbitrale né gli umori social del mondo delle curve

Il gran rifiuto del ragazzo che aveva sempre difeso, anche prendendo pubblicamente a maleparole i detrattoti più accaniti, indubbiamente non gli ha fatto piacere. Aveva sperato fino in fondo che ci ripensasse, aveva organizzato per lui festeggiamenti e celebrazioni a Bologna, ora rischia di dover consegnare l’ennesimo trofeo a Carlos Alcaraz, proprio come accaduto a maggio agli Internazionli di Roma. Angelo Binaghi, però, getta acqua sul fuoco. Non ha gradito il no di Jannik Sinner alla Davis, ma è arrivato il momento di andare oltre. Di lasciare alle spalle delusione e risentimenti. Prove tecniche di pace, insomma, tra il numero 1 della Federtennis e il numer 2 del ranking ATP dopo il “gelo” dei giorni precedenti.

Binaghi spegne le polemiche sul no di Sinner

Da Napoli, dove è stato invitato alle celebrazioni per il centenario del Corriere dello Sport, Binaghi sottolinea: “Sinner è di uno spessore umano altissimo. Ci sono state troppe polemiche per la sua decisione. La scelta è stata tanto sofferta per lui quanto per me. Jannik prima che un grande campione è un ragazzo straordinario come tutti i nostri tennisti nei primi 100. Un esempio da seguire. Grazie al suo lavoro, a quello di Lorenzo Musetti e di Jasmine Paolini avremo almeno altri dieci anni ricchi di grandi soddisfazioni”. Insomma, parole che fanno filtrare serenità e fiducia. D’altro canto, mica Binaghi e Sinner si sarebbero potuti presentare alle ATP Finals di Torino col broncio?

Il segreto di Jannik: mamma, papà…e Laila

Ma qual è il segreto di Sinner? Per Binaghi, la fortuna principale Jannik ce l’ha in casa: “Credo che si debba fare uno studio approfondito sulla sua famiglia. Nel percorso di Jannik secondo me si sono analizzati tanti aspetti, ma non quello più importante. Nella sua crescita e nel suo modo di porsi sono stati fondamentali i genitori, persone semplici e umili che hanno rappresentato benissimo il figlio. Il padre di Jannik continua a fare lo chef e la madre quello che ha fatto per tutta la vita”. E adesso alla lista si è aggiunta un’altra figura molto importante, la fidanzata Laila: la prima che Jannik abbia “presentato” ufficialmente non solo a mamma e papà, ma anche ai tifosi.

Binaghi promuove Berrettini: “Trascinatore in Davis”

Tornando a Binaghi, sono immutate le ambizioni di conquista della terza Davis Cup consecutiva, nonostante l’assenza del fenomeno di San Candido. “Abbiamo comunque uno squadrone e, anche se non partiamo più da 1-0 come se ci fosse Jannik, abbiamo Matteo Berrettini che è un giocatore di grande carisma”, spiega Binanghi investendo il nuovo leader in pectore della Nazionale. “Lui è un trascinatore, uno che in Davis sa come giocare ed è in forma al momento giusto. Una sorta di secondo capitano e valore aggiunto”. Quindi una chicca sul tennis femminile: “Con Sara Errani sto insistendo, vediamo se ci riesco a farla continuare in singolare. Su Paolini nessuno avrebbe giocato mezzo euro sul fatto che avrebbe rifatto un anno così”.

Punti ATP: la proposta di Binaghi per la Davis

In un’altra intervista alla Stampa, intanto, Binaghi ha rivelato un altro retroscena: “L’anno scorso, durante le Finals, Jannik disse davanti a me e al ministro Giorgetti che non sarebbe andato in Davis nel 2025. Ho sperato che il lungo e forzato riposo per la squalifica gli facesse rivedere i programmi. Persino dopo il ritiro di Shanghai mi sono detto: ‘Magari ci ripensa’. Niente”. E ancora: “Sarà così anche questa volta: per la FITP e per l’Italia è più importante che lui torni numero 1 di un’altra Davis. La Davis non dà punti per la classifica”. Da cui la singolare proposta: “Con un altro regolamento cambierebbe anche lo spirito dei giocatori. Così, a fine stagione, per chi l’ha vinta vale come la Six Kings Slam. Con meno soldi e molta più fatica”.

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