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Sinner, Cahill il modesto svela cosa diceva ogni giorno a Jannik. E sul match point: “Reazione da anziano”

Cahill spiega il suo contributo nel team di Sinner e cosa gli diceva ogni giorno durante lo US Open sul caso doping, poi si descrive come un "anziano esausto" per l'esultanza al match point

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Matteo Morace

Matteo Morace

Live Sport Specialist

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In un’intervista rilasciata a ESPN, Darren Cahill ha spiegato il suo ruolo di coach all’interno del team di Jannik Sinner, dove dice che il ruolo principale è ricoperto dal collega Simone Vagnozzi, rivelando poi cosa ripeteva ogni giorno cosa ripeteva all’altoatesino. Il coach del n°1 del mondo ha poi spiegato in maniera simpatica la sua reazione “pacata” alla vittoria dello US Open.

Il ruolo di Cahill e il retroscena su cosa diceva ogni giorno a Sinner

Nella carriera di Jannik Sinner c’è certamente un prima e un dopo l’ingresso di Darren Cahill nel suo team. Il coach australiano ha contribuito alla crescita dell’altoatesino portando nella squadra tutta la sua esperienza, che gli ha permesso di mantenere fede alla sua nome di allenatore dei n°1, e in una recente intervista rilasciata a ESPN ha parlato proprio del suo ruolo nel gruppo, rivelando anche cosa diceva ogni giorno a Jannik durante lo US Open: “Nella squadra di Jannik non sono l’allenatore più importante, quello è Simone Vagnozzi, ma sono quello con più esperienza. Negli ultimi quattro mesi sono accadute tante cose all’interno del team e molte di queste sono ricadute sulle mie spalle. Io ho cercato di mantenere il senso delle cose e il focus di Jannik su quelli che erano gli obiettivi. Gli ripetevo in continuazione che non aveva fatto niente di sbagliato, quindi qualunque cosa fosse successo lui doveva restare con la testa alta, perché non aveva fatto assolutamente niente di sbagliato”.

La reazione sul match point di Sinner

Come accaduto alla vittoria dell’Australian Open, anche allo US Open Cahill è stato l’unico del team di Jannik a non scattare immediatamente in piedi al momento della vittoria di Sinner, reazione che il coach australiano ha simpaticamente descritto così: “La mia reazione alla vittoria di Sinner è piuttosto simile a quella di un uomo anziano molto esausto!

Sul momento difficile attraversato

A motivare quella “reazione da anziano” potrebbe esserci anche quel senso di liberazione dopo tutto quello che il team di Sinner ha dovuto passare per via della questione doping: “Siamo riusciti ad attraversare questo periodo pieno di stress. Probabilmente la mia reazione era dovuta anche a quello. Devo parlare di Jannik come individuo, più di ogni altra cosa. Il mio lavoro era quello di aiutarlo a maturare e a diventare la persona a cui tutti guardano, qualcuno da cui i bambini possano venire ispirati“.

Cahill ha continuato lodando Sinner e il suo atteggiamento: “Anche prima della finale contro Fritz gli ho detto che il modo in cui si è comportato nelle ultime settimane ha mostrato onestà e resilienza, deve essere molto orgoglioso di se stesso. Ora è giusto che si diverta, se lo merita tanto”.

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