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Sinner, ignoranza e mancanza di cameratismo: l’accusa di Toni Nadal e Vallverdu. Cosa si nasconde dietro gli attacchi a Jannik

A distanza di giorni l’accordo tra Jannik Sinner e la Wada continua a far discutere, ma oltre alla lista nutrita di critici ora lo zio di Rafa e l’ex allenatore di Wawrinka accendono la luce su un nuovo tema: il cameratismo tra i tennisti

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Gerry Capasso

Gerry Capasso

Giornalista

Per lui gli sport americani non hanno segreti: basket, football, baseball e la capacità innata di trovare la notizia dove altri non vedono granché

Il caso doping di Jannik Sinner e l’accordo con la Wada, che lo ha portato a scontare una squalifica di tre mesi, continuano a essere uno degli argomenti principali nel mondo del tennis. Nelle ultime settimane sono stati in tanti a prendere posizione sul caso, molti, forse la maggior parte lo hanno fatto però con poca conoscenza del caso e giudicando in maniera molto superficiale quello che è accaduto.

La difesa di zio Toni

Sul caso Sinner è intervenuto anche Toni Nadal, lo zio di Rafa, uno degli artefici della grande carriera del tennista spagnolo. E la sua è stata una presa di posizione molto forte a cominciare dalla squalifica di tre mesi: “Trovo ingiusta la sua squalifica. Conosco Sinner personalmente, non aveva alcuna intenzione di barare, per me è sbagliato pure uno sportivo per un errore avvenuto per caso. Bisogna invece punire chi si dopa intenzionalmente e per un tornaconto personale. Sinner non ha tratto benefici dalla sostanza trovata nei suoi test”.

Una delle tesi che zio Toni smonta senza fare troppi complimenti è quella dei precedenti: “Altri tennisti dicono di aver ricevuto sanzioni più severe in caso di doping. Io però penso che sia stato sbagliato punire loro in quel caso, quello è l’errore. Ma quello a Sinner non è stato di certo un favore”.

L’attacco: “Parlano quelli che non sono puliti”

Non c’è più solo il caso Sinner in sè a far discutere ma anche la reazione che molti tennisti hanno avuto sulla vicenda. In tanti infatti hanno preso posizione contro l’accordo siglato dall’azzurro con la Wada, da Djokovic fino a De Minaur. E Toni Nadal ne ha anche per loro: “Sono rimasto sorpreso nel vedere quanti giocatori sia siano schierati contro questo accordo. E tra di loro ce n’è anche qualcuno uno che non è molto pulito”. Un’accusa dura che apre il quesito su chi fosse il bersaglio dello zio di Rafa.

Il post di Vallverdu

Tra quelli che si sono schierati al fianco di Jannik Sinner c’è anche quello di Daniel Vallverdu. Un nome forse poco conosciuto al grande pubblico ma molto apprezzato nel mondo del tennis. Dopo una carriera da giocatore non eccelsa, il 39enne venezuelano si è dedicato al ruolo di coach con cui ha affiancato Murray, Berdych, Del Potro, Wawrinka e ora anche Dimitrov oltre a essere il direttore del torneo di Washington.

In un post il sudamericano ha spiegato il suo dispiacere per la vicenda: “Ho aspettato qualche giorno per digerire la reazione del tennis sulla squalifica di Sinner e vorrei dire che sono rattristato dalla mancanza di cameratismo. La maggior parte dei tennisti nemmeno si concentra sul caso. In questa storia perdono Sinner e il tennis. Dovremo concentrarci sui processi e sulle regole delle agenzie antidoping piuttosto che sul giocatore che ne è la vittima”.

Sinner, ignoranza e mancanza di cameratismo: l’accusa di Toni Nadal e Vallverdu. Cosa si nasconde dietro gli attacchi a Jannik Fonte: IPA

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