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Sinner, Pietrangeli attacca Wada e Kyrgios. Jannik difeso pure da Panatta: "È innocente, ma l'ingiustizia c'è"

Pietrangeli trova surreale l'appello della Wada e attacca Kyrgios difendendo Sinner insieme a Panatta, che trova esserci disparità nella giustizia sportiva

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Matteo Morace

Matteo Morace

Live Sport Specialist

La multimedialità quale approccio personale e professionale. Ama raccontare lo sport focalizzando ogni attenzione sul tempo reale: la verità della dirette non sono opinioni ma fatti

Sembrava essersi tutto finalmente risolto per il meglio e invece, sorprendentemente, la Wada ha fatto appello al TAS di Losanna sul caso della positività di Jannik Sinner al Clostebol, sostanza dopante proibita. Una decisione aspramente criticata da Nicola Pietrangeli, che non ne comprende il senso, come spiegato in un’intervista rilasciata la quotidiano Libero.

Oltre a difendere l’attuale n°1 del mondo, il due volte vincitore del Roland Garros se l’è presa anche con tutti i tennisti che hanno attaccato l’altoatesino, in particolare Nick Kyrgios – da sempre in prima linea quando si tratta di fare polemica -, al quale ha indirizzato una critica che spesso e volentieri è stata attribuita proprio alla leggenda italiana del tennis.

In soccorso di Jannik è intervenuto anche un’altra leggenda azzurra nel tennis, Adriano Panatta, che in un intervista al Fatto Quotidiano ha affermato di continuare a considerare il n°1 al mondo innocente ed eccessivi i due anni di sospensione chiesti dalla Wada. L’ex n°4 ATP trova però anche il modo per attaccare il sistema in sé, a suo parere ingiusto nei confronti di certi giocatori.

Pietrangeli sulla Wada: “Roba surreale”

Una cosa surreale”. Questa l’opinione sul caso Sinner-Wada di Nicola Pietrangeli, che non riesce a trovare una spiegazione ragionevole all’appello al TAS (Tribunale Arbitrale dello Sport) di Losanna. Una posizione – quella del due volte campione del Roland Garros – condivisa anche da Jannik, che aveva espresso la sua sorpresa sulla decisione della Wada.

Due reazioni più che comprensibili vista l’iniziale assoluzione del n°1 al mondo e che la Wada si trova concorde con la sentenza dell’Itia su più punti (motivo per il quale a Sinner non potranno essere tolti premi e trofei conquistati in seguito alla scoperta della positività al Clostebol).

Pietrangeli: “Sinner un perseguitato”

L’unico aspetto su cui la Wada non concorda con la sentenza dell’Itia è il fatto che l’assunzione del Clostebol sia stata dovuta anche alla negligenza di Sinner, motivo per cui ne è stata richiesta la sospensione fino a due anni.

Pietrangeli però non riesce proprio a capacitarsi di come l’altoatesino avrebbe mai potuto pensare di doparsi e avere quindi delle responsabilità riguardo l’accaduto, soprattutto visto che già al momento della positività Jannik era il più in forma del circuito.

Queste le parole di Pietrangeli: “Jannik ha 23 anni ed è il migliore al mondo, che bisogno avrebbe di doparsi? La Wada è una commissione che usa due pesi e due misure, mi riporta alla mente una certa magistratura italiana.

La vicenda era chiusa a doppia mandata, ora ha messo la patata bollente nelle mani del TAS, forse per pulirsi la coscienza. In un certo senso lo ritengo perseguitato. Mi auguro di tutto cuore che il ricorso finisca in una bolla di sapone. Sa quali danni farebbe l’assenza di Jannik negli Slam e nei grandi tornei? E anche in Davis”.

L’attacco di Pietrangeli a Kyrgios

La notizia dell’appello della Wada ha ovviamente ringalluzzito i giocatori che si erano da subito scagliati contro Sinner accusandolo di aver ricevuto un trattamento preferenziale, su tutti Nick Kyrgios, che non si è lasciato scappare l’occasione di tornare all’attacco di Jannik.

Pientrageli considera l’atteggiamento di questi giocatori, e soprattutto dell’australiano “stupidamente geloso e invidioso”, un’accusa – quella d’invidia nei confronti di Sinner – che più volte era stata indirizzata proprio a Nicola, il quale però è stufo di essere considerato “un signore di 91 anni che schiuma rabbia per i trionfi di Jannik”.

Pietrangeli: “Convinto dell’innocenza di Sinner, ma c’è un’ingiustizia”

A proposito dell’appello al TAS si è espresso anche Adriano Panatta, che rimane della sua idea e continua a considerare Sinner innocente: “Non sono un esperto in fatto di questioni giuridiche, ma resto fermamente del fatto che Sinner sia innocente. La sostanza rilevata è infinitesimale. I due anni di squalifica chiesti dalla Wada? Sarebbero un’enormità“.

Panatta però trova un problema nella giustizia sportiva. Il fatto che Sinner abbia potuto difendersi nel modo migliore e scampare – per ora (e incrociamo le dita per il futuro) – eventuali squalifiche è certamente dovuto a una possibilità economica che non tutti i giocatori possiedono, aspetto che può comportare una difesa non adeguata e quindi una sentenza magari ingiusta.

Queste le parole rilasciate a Il Fatto Quotidiano: “Credo anche nel diritto a una difesa adeguata anche per chi ha minori risorse. Il problema è che i giocatori top possono pagare gli avvocati migliori, mentre ci sono tennisti del circuito che faticano a comprare il biglietto per l’aereo”.

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