Il diretto interessato non le ha commentate – né lo farà, conoscendone l’educazione, la riservatezza e la ritrosia ad alimentare polemiche – ma le parole di Federica Pellegrini e Serena Williams sul caso Clostebol non sono piaciute a Jannik Sinner. Prima l’ex Divina, poi l’ex numero 1 hanno affrontato la questione doping con toni sicuramente poco amichevoli nei confronti del rosso di San Candido. A parlare per lui ci ha pensato Simone Vagnozzi, il tecnico che ne ha accompagnato la crescita fino alla vetta della classifica ATP. Una risposta secca, decisa e perentoria alle clamorose insinuazioni degli ultimi giorni.
- Sinner, l'attacco di Federica e la pugnalata di Serena
- Vagnozzi, la risposta perentoria a Pellegrini e Williams
- Lo stop concordato con la Wada e le nuove regole sul doping
- Chi al posto di Cahill come coach di Sinner? L'identikit di Vagnozzi
Sinner, l’attacco di Federica e la pugnalata di Serena
Nel corso di un’intervista a Repubblica, come si ricorderà, l’ex fenomeno del nuoto aveva attaccato ancora una volta Sinner parlando di “trattamento di favore” rispetto al 99% degli altri atleti coinvolti in vicende di doping. Parole che avevano scatenato un vespaio di polemiche e che, per giunta, hanno trascinato Fede nella bufera, con una moltitudine di commenti velenosi sui suoi account social. Indignazione hanno provocato anche le parole vittimistiche di Serena Williams, che pure si è detta ammiratrice di Jannik (e meno male!): “L’avessi fatto io, mi avrebbero dato vent’anni”.
Vagnozzi, la risposta perentoria a Pellegrini e Williams
Proprio dalle colonne di Repubblica, la risposta – indiretta e signorile – di Vagnozzi ai recenti, sicuramente inaspettati, attacchi: “La vicenda doping? È stata uno shock. Dopo aver ricostruito ciò che è accaduto ho detto a Jannik che dovevamo andare in giro a testa alta. Non aveva fatto nulla di sbagliato, chi ha letto i documenti lo sa. Non auguro a nessuno di vivere una situazione del genere. Staccarci dal tennis per un po’ di settimane non ci ha fatto male. Il circuito è una giostra che continua ad andare, ci sono poche pause. Quando sei in cima ti viene richiesto il cento per cento ogni settimana”.
Lo stop concordato con la Wada e le nuove regole sul doping
Insomma, quello a Federica e a Serena sembra un invito tra le righe: prima di parlare, andrebbero letti i documenti che hanno scagionato Jannik da ogni condotta illecita o impropria. Tra l’altro, proprio il caso Sinner ha indotto la Wada a modificare i regolamenti in senso meno restrittivo, a tutto vantaggio della serenità degli atleti di ogni disciplina. “Il tennis è una metafora della vita, richiede capacità di adattamento in circostanze sempre nuove. Palline, superfici, continenti diversi”, ha aggiunto Vagnozzi. “Noi non potevamo far altro che accettare quello che sarebbe arrivato, cercando di tirare fuori il meglio da questo stop”.
Chi al posto di Cahill come coach di Sinner? L’identikit di Vagnozzi
Infine un indizio sul successore di Darren Cahill, l’allenatore che a fine stagione andrà in pensione lasciando al solo Vagnozzi il compito di affiancare Jannik. Dallo stesso tecnico marchigiano, una precisazione opportuna: non rimarrà da solo al seguito di Sinner, arriverà un altro coach. Di cui è fornito persino l’identikit, anche se la questione è tuttora aperta: “Dobbiamo ancora parlarne. Siamo tranquilli, arriverà. Dovrà essere una persona che sappia cosa vuol dire essere numero uno del mondo e che goda della stima di Jannik”.