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Cahill sull’addio a Sinner: “Ha bisogno di una nuova ispirazione”. Ma c’è una frase di Jannik che lo ha spiazzato

Darren Cahill ha parlato a ruota libera di Jannik Sinner, dall'inizio della loro collaborazione al motivo dietro l'addio a fine anno, passando per il momento difficile della vicenda doping

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Matteo Morace

Matteo Morace

Live Sport Specialist

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Uno degli aspetti che più piace evidenziare a Jannik Sinner è sempre stato quello dell’importanza del proprio del team e delle persone, come quella di Darren Cahill, tra gli artefici principale dell’esplosione e consacrazione dell’altoatesino a numero uno del mondo. In un’intervista al podcast Tennis Insider Club il super coach australiano ha parlato proprio delle sue idee da allenatore che sarebbero anche alla base della scelta di separarsi dal n°1 al mondo al termine della stagione, ricordando anche l’inizio della loro collaborazione e svelando qualche retroscena sull’ultimo tormentato anno a causa della vicenda clostebol.

Cahill: “Sinner ha bisogno di un’ispirazione diversa”

A gennaio Jannik Sinner aveva spiazzato tutti comunicando che Darren Cahill non sarebbe più stato il suo allenatore a partire dal 2026. Una scelta presa dal coach stesso, che a Tennis Insider Club ha motivato, spiegando anche cosa serva ora al n°1 al mondo: “La finestra temporale per un allenatore è forse tre o quattro anni. Se dura di più diventa un persona che lo protegge o un manager. In tre o quattro anni in cui puoi insegnare tutto e questo è l’obiettivo dell’allenatore.

Il modo migliore per allenare un giocatore è insegnargli le cose in modo che possa affrontare in autonomia i problemi. In questo modo il giocatore arriverà a un certo livello dopo tre anni. E quando gli dirai una cosa, lui la saprà già. Dopo tre o quattro anni tocca a qualcun altro, serve una voce diversa, un’ispirazione diversa”.

Cahill e l’inizio della collaborazione con Sinner

La collaborazione tra Sinner e Cahill va avanti da metà 2022, ma – come svelato dallo stesso – il tecnico australiano aveva avuto modo di rimanere impressionato dal talento di Jannik già in precedenza, quando gli era capitato di commentare alcune sue partite: “Ho commentato Jannik quattro o cinque anni fa per ESPN e ho pensato ‘O mio Dio, questo giocatore è bravissimo’. Il suono che ha la palla quando la colpisce, il modo in cui si muove”.

Cahill è poi ritornato anche sulle prime settimane di prova nel team che hanno convinto Sinner ad affidarsi a lui, nonostante un inizio non proprio esaltante dal punto di vista del risultato: “Poi il nostro rapporto è iniziato con una prova di tre o quattro settimane sull’erba insieme. Ha perso subito contro Tommy Paul, non è andata proprio benissimo. È un grande ragazzo, umile, ha tutti i valori fondamentali. Un ottimo attaccante da fondo campo, ha apportato modifiche al suo servizio e ad altre cose”.

La necessità di proteggere Sinner e la maturità di Jannik

La vicenda doping e il ricorso della WADA hanno reso l’ultimo anno di Sinner molto turbolento e complicato, e se Jannik è riuscito a superarlo è anche merito della sua squadra e dellepersone che gli sono sempre state vicine: “Quest’ultimo anno era importante che la squadra rimanesse unita e lo proteggesse per assicurarsi che si rendesse conto di non aveva fatto nulla e che fosse orgoglioso della persona che è”.

Le difficoltà affrontate hanno però reso ancora più soddisfacenti e i traguardi raggiunti, a partire dal primo soma vinto l’anno scorso: “È stato molto impegnativo, ma incredibilmente gratificante l’esperienza degli ultimi due anni. Abbiamo cambiato la strategia contro Medvedev, ha stravolto completamente il suo gioco e lo ha fatto, con tanta, tanta calma…come fa a fare questo. Io impazzirei per questa cosa. Be’, Sinner è un uomo ben oltre la sua età, maturo, anche se in realtà è ancora un ragazzino”.

La frase di Sinner che ha spiazzato Cahill

Al termine dell’intervista Cahill ha poi svelato una frase di Sinner che lo ha lasciato completamente spiazzato e senza parole e che dimostra appieno come Jannik sia ben più maturo di quanto la sua giovane età potrebbe farlo sembrare: “Come ha fatto a ottenere quei risultati nell’ultimo anno, con questa pressione per la vicenda Clostebol? Ce lo domandiamo anche noi. Incredibile onestamente. Ci sono alcuni giocatori che portano i problemi sul campo e altri che li lasciano fuori. Lui li lascia fuori ed è stato straordinario in questo.

Abbiamo parlato di tutte queste voci dai giocatori, dagli allenatori, dai media. L’altro giorno mi ha detto: ‘Non preoccuparti delle critiche delle persone da cui non accetteresti consigli’. Oh mio Dio, ha 23 anni e viene da lui. È un ragazzo molto maturo, so che l’Italia è molto orgogliosa di lui e dovrebbe esserlo, non c’è motivo per non essere orgogliosi di quel ragazzo”.

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