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Hamilton il peggiore debuttante in Ferrari dai tempi di Ivan Capelli (era il 1992). E Villeneuve lo attacca

Lewis Hamilton ha deluso nelle prime 12 gare in Ferrari: i paragoni col passato si sprecano e sono tutti negativi. E anche Villeneuve non ci va giù leggero: "Vincente perché fortunato"

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Doveva essere il colpo a sensazione, il grimaldello per rimettere la Ferrari davanti a tutte. S’è rivelato, sin qui, uno dei flop più clamorosi della storie delle rosse. E dire che il recente passato è stato spesso costellato da fragorose delusioni, ma quella che ha avuto per protagonista Lewis Hamilton nella prima parte della sua avventura a Maranello probabilmente le batte tutte. Perché tolta la vittoriosa (e illusoria) sprint della Cina, per il resto il baronetto ha fatto praticamente da comparsa, senza riuscire mai a lasciare il segno. Con accusatori che remano contro da ogni parte e numeri implacabili che testimoniano il flop sportivo.

Nessun podio dopo 12 gare: la crisi (evidente) di Lewis

Il dato che vorrebbe Hamilton alla stregua del peggior pilota Ferrari al debutto sulla rossa dai tempi di Ivan Capelli (anno domini 1992) è forse il più eclatante di tutti. Da 33 anni a questa parte, nei primi 12 gran premi corsi al volante di una Ferrari nessuno era rimasto giù dal podio, come appunto è capitato a Lewis, che in compenso ha tagliato il traguardo per tre volte al quarto posto, senza mai però mettere piede su uno dei tre gradini.

Il confronto con Charles Leclerc è abbastanza eloquente: il monegasco è andato 4 volte a podio, contribuendo e non poco alla risalita delle rosse almeno nel campionato costruttori, dove attualmente sono in vetta nel campionato delle vetture “umane” (le McLaren fanno un altro sport).

Hamilton, insomma, non è sbarcato a Maranello nel periodo proprio peggiore degli ultimi 33 anni: la macchina non sarà la più performante in pista, ma non è nemmeno così malvagia da impedirgli di competere con le migliori, come capitò allo sfortunato Capelli (in tandem con Alesi) nel 1992.

I “debutti” del passato: Massa e Sainz a podio dopo 5 gare

Dei 9 piloti che si sono succeduti al volante della Ferrari negli ultimi 30 anni, quello che ha fatto più fatica a salire sul podio in un lasso di tempo limitato sono stati Felipe Massa e Carlos Sainz, che impiegarono rispettivamente 5 gran premi nel 2006 e nel 2021. Raikkonen (2007) e Alonso (2010) addirittura vinsero al debutto, Vettel (2015) lo fece alla seconda gara, Barrichello chiuse secondo alla seconda gara nel 2000, Leclerc fu terzo all’esordio in Bahrain nel 2019, Schumacher (1996) a sua volta terzo in Brasile nel 1996, Irvine debuttò con un podio in Australia nel 1996.

Hamilton, insomma, è finito suo malgrado dietro la lavagna: se il paragone con Capelli è impietoso per il buon Ivan (la macchina 1992 era inaffidabile come poche…), di sicuro c’è che il britannico sin qui non ha dimostrato di meritare tutto quel ben di Dio che la Ferrari gli ha riversato sul conto. La sprint vinta in Cina è stata una piacevole eccezione, ma da Spa in poi tutti si aspettano un ruolino di marcia differente, possibile la domenica e non soltanto il sabato. Cosa che anche Lewis vuole con tutto se stesso.

Villeneuve critico: “Ha vinto mondiali facili, è stato solo fortunato”

Le critiche però sono piovute copiose negli ultimi tempi, perché in molti di sarebbero voluti aspettare un rendimento ben diverso da parte del suddito di Re Carlo. In ordine di tempi, per ultimo c’ha pensato il sempre eclettico Jacques Villeneuve a bacchettare Hamilton: “Lewis è solito sparire in alcune gare del campionato”, ha affermato il canadese al podcast “The Red Flags”.

“Non contano quanti titoli mondiali si hanno in bacheca, ma bisogna imparare a essere costanti in tutte le condizioni. Hamilton nel 2008 ha vinto un mondiale davvero molto complicato, poi tutti i 6 arrivati dopo sono stati davvero troppo facili, perché la macchina era clamorosamente superiore alla concorrenza”.

La stilettata si chiude con un paragone che non passa inosservato: “Guardate Alonso, che a 43 anni è ancora sulla breccia e se ha vinto solo due mondiali è perché ha pagato dazio ad alcune decisioni sbagliate, vedi quella di lasciare la Ferrari nel 2014 per andare in McLaren, quando un anno prima Hamilton salutò proprio il team di Woking per passare a Mercedes e aprire un ciclo favoloso”.

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