Una delle più grandi potenze di sempre del mondo dello sport si sta letteralmente sgretolando sotto i colpi dei propri carri armati. Sì, perchè la conseguenza forse più “tangibile” per chi non sta vivendo sulla propria pelle l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia è proprio la netta presa di posizione del mondo dello sport ai danni del Paese guidato da Vladimir Putin. La prima istituzione a farsi avanti è stata la Uefa, che ha prontamente spostato la finale di Champions League da San Pietroburgo a Parigi, poi a cascata è stato tutto un susseguirsi di squalifiche ed esclusioni da parte di ciascuna federazione.
Dal calcio alla Formula 1, dall’hockey (che in Russia è quasi una seconda religione) al volley passando per le Paralimpiadi: chi prima chi dopo, tutte le più importanti federazioni sportive hanno seguito la linea guida dettata dal Comitato Olimpico Internazionale (Cio) secondo cui le azioni intraprese dalle truppe di Putin sono una chiara violazione dei diritti umani e della Carta Olimpica. Il caso più recente è quello avanzato di recente dai media inglesi, secondo i quali gli organizzatori di Wimbledon hanno deciso di bandire i tennisti russi dal torneo più iconico e prestigioso dello Slam. L’ufficialità non c’è ancora (dovrebbe arrivare entro metà maggio) ma avrebbe del clamoroso, perchè comporterebbe l’esclusione di diversi protagonisti del circuito: su tutti il numero 2 dell’Atp Daniil Medvedev, ma anche Andrey Rublev (8) e, nel femminile, Aryna Sabalenka (4), Anastasia Pavlyuchenkova (15) e Victoria Azarenka (18).
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