L’uomo del terzo scudetto e quello del possibile quarto. Il filo rosso che lega Spalletti e Conte è rappresentato dal ‘Sultano’ Aurelio De Laurentiis, così come è stato ribattezzato dall’attuale ct della Nazionale nella biografia “Il paradiso esiste… Ma quanta fatica” edito da Rizzoli. Il patron del Napoli si trova tra due fuochi: mentre si prepara al faccia a faccia decisivo con Conte, è costretto a incassare le bordate del suo ex allenatore, che ha lanciato accuse pesanti nei suoi confronti.
- Napoli, Spalletti demolisce De Laurentiis nel suo libro
- Tutte le accuse del ct al presidente del Napoli
- La pec della discordia e cosa ha portato all'addio
- ADL e l'incontro con Conte: il timore di uno Spalletti-bis
Napoli, Spalletti demolisce De Laurentiis nel suo libro
A più riprese Spalletti ha ribadito il suo amore per Napoli, di cui è diventato cittadino onorario, e i napoletani. Perché l’impresa di aver riportato lo scudetto alle falde del Vesuvio dopo 33 anni ha creato una simbiosi con la piazza che neppure il tempo riuscirà a scalfire.
Stesso discorso, però, non vale in merito al rapporto con De Laurentiis, che si è interrotto nel peggiore dei modi non appena il sogno è diventato realtà. Tra minacce di azioni legali e reciproche frecciate a distanza. Un capitolo della biografia di Lucio è dedicato proprio al ‘Sultano’ e alle due partite che il tecnico di Certaldo giocava a Napoli, “quella con gli avversari e l’altra con il presidente”.
Tutte le accuse del ct al presidente del Napoli
Nell’anteprima del libro uscita sul Corriere della Sera emergono tutti gli attriti tra i due. E anche la motivazione per cui Spalletti, la cui missione è qualificare l’Italia ai Mondiali 2026, ha lasciato Napoli nonostante il patron avesse esercitato il rinnovo automatico tramite pec così come previsto da contratto.
“Sono andato via perché non avevo più la voglia di sostenere questo continuo conflitto caratteriale con un imprenditore capace, ma con un ego molto, forse troppo grande. Ero stanco di fare battaglie per ogni questione. Che fosse dare una maglia ai giocatori che la chiedevano per i loro figli o il dover cambiare gli alberghi di continuo per i motivi più disparati” scrive l’allenatore, che sottolinea come “il confronto fosse costante, spesso al confine dello scontro”.
La pec della discordia e cosa ha portato all’addio
Il ct della Nazionale evidenzia un aspetto del patron che si sta ripetendo anche con Conte in panchina. “Il suo amore per il Napoli, quell’anno, lo dimostrò soprattutto quando cessò non solo di commentare le formazioni ma anche di parlare in pubblico, ai giornalisti. Fu un silenzio che fece rumore. Il più grande sacrificio per uno come lui, intrattenitore e uomo di spettacolo che ama occupare il centro della scena”. Spalletti rivela che ADL gli comunicò tramite una lettera recapitatagli a Castel Volturno “la necessità di attenermi al contratto, rispettando il suo prolungamento automatico per un altro anno”, dimenticando che “dietro i contratti, non ci sono solo dei dipendenti ma degli uomini”.
Secondo la ricostruzione dell’ex Roma e Inter, De Laurentiis avrebbe scavalcato la sua volontà di confrontarsi a quattr’occhi “per il bene del Napoli, forte della convinzione di potermi imporre la sua volontà”. E ciò che avvenne al premio Bearzot, quando il presidente dichiarò pubblicamente che Spalletti sarebbe rimasto. Luciano confessa nella sua biografia che sarebbe davvero rimasto “se ci fosse stato più rispetto umano, più dialogo e più apertura su cosa ci volesse per rivincere, alla fine sarei rimasto”.
ADL e l’incontro con Conte: il timore di uno Spalletti-bis
A tre giornate dalla fine del campionato il Napoli ha tre punti di vantaggio sull’Inter e un calendario che fa senza dubbio l’occhiolino alla squadra azzurra. In città l’entusiasmo è alle stelle, ma questa volta per la festa bisognerà attendere fino alla fine. Intanto De Laurentiis, di ritorno da una vacanza rigenerante alle Maldive, è pronto a incontrare Conte per discutere di un futuro insieme tutt’altro che scontato nonostante i tre anni di contratto.
Probabilmente il faccia a faccia tra i due andrà in scena nella giornata di giovedì, al massimo all’inizio della prossima settimana. Al di là di come finirà, il tecnico pugliese chiede garanzie per affrontare il doppio impegno campionato-Champions. E Adl, la cui priorità è evitare un altro divorzio doloroso che si ripercuoterebbe anche sull’immagine del club, proverà a ingolosire l’ex ct con un mercato da almeno 150 milioni. Già, il Napoli può contare sul tesoretto incassato dalla cessione di Kvara a gennaio e sui 75 milioni della clausola rescissoria di Osimhen, per cui c’è la fila. Basterà?