Il parere contrario dell’avvocato generale della Corte di Giustizia europea, pronunciato lo scorso 15 dicembre, non ha scoraggiato i club fautori del progetto Superlega. O almeno non tutti. Mentre infatti si attende di conoscere se la posizione della Juventus in merito all’ideazione del torneo alternativo alla Champions League si è modificata dopo le dimissioni di Andrea Agnelli, il presidente del Barcellona Joan Laporta ha ribadito la volontà di perseguire l’obiettivo.
Del resto la sentenza della Corte di Giustizia, attesa entro il prossimo marzo, potrebbe anche disattendere l’indicazione dell’avvocato Athanasios Rantos, ma anche qualora non fosse Laporta, intervistato da Radio Cadena Ser, si è detto pronto a “battagliare”, in base alle motivazioni che seguiranno il verdetto. Secondo il numero uno del club catalano, che ha ipotizzato nel 2025 il primo anno di vita del nuovo torneo, il progetto sarebbe condiviso anche da altri club europei, che tuttavia per il momento preferiscono non uscire allo scoperto.
“In primavera arriverà la sentenza della Corte di Giustizia europea sulla SuperLega, per i club avrà la stessa importanza che la legge Bosman ha avuto per i calciatori – il parere di Laporta – Se sarà favorevole potrà diventare realtà nel 2025, altrimenti i passi successivi dipenderanno dalle motivazioni. Vogliamo cambiare il modello di governance. Il progetto è stato approvato dal Real Madrid, dalla Juventus e da altri club che non vogliono ancora uscire allo scoperto”.
Tra queste, però, non ci sarebbero, almeno inizialmente, le formazioni della Premier League: Non avrei accettato di partecipare se non fosse stato aperto. Inizialmente le squadre inglesi non si uniranno, ma più tardi potrebbe esserci una fusione con la Premier League”.