Via libera dalla Corte Ue alla Superlega. Quello di UEFA e FIFA, secondo la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, è un intollerabile monopolio: sì, dunque, a nuovi tornei e competizioni, senza che i club coinvolti possano incappare in sanzioni da parte degli organismi che gestiscono i campionati e le coppe nazionali. Ma alla fine, chi prenderà parte alla nuova Superlega a tre serie, il cui format è stato svelato a tempo di record poche ore dopo la sentenza? A parte Real Madrid e Barcellona, le squadre europee si sono mostrate ferme e compatte nel dire no al nuovo progetto. Tutte tranne due.
- Superlega: l'esultanza dei tifosi Juve, che però tace su adesione
- Dialogo con la Superlega: la posizione di De Laurentiis e Scaroni
- Il fronte del no: UEFA, FIFA, Eca e tantissimi grandi club europei
Superlega: l’esultanza dei tifosi Juve, che però tace su adesione
Paradossalmente, la tifoseria che maggiormente ha esultato per le decisioni della Corte Ue è stata quella di una squadra che non ha annunciato la propria adesione alla nuova Superlega, ma ha anzi attivato le procedure per uscire definitivamente dalla A22, la società che ne cura sviluppo e interessi. Si tratta naturalmente della Juventus, che proprio alcuni mesi fa ha ufficializzato l’inizio del proprio disimpegno dall’iniziativo. Al momento, insomma, le uniche due squadre coinvolte a pieno titolo nel nuovo torneo rimangono Real Madrid e Barcellona. Attorno a loro il vuoto. Anche se, proprio dall’Italia, sono arrivate due sponde a sorpresa.
Dialogo con la Superlega: la posizione di De Laurentiis e Scaroni
Il primo a schierarsi a favore del dialogo con altri grandi club europei per costruire il progetto è stato il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, che nel corso degli anni ha sempre sostenuto la necessità di riformare il sistema delle coppe europee, ma in senso meritocratico. Ecco perché, nell’aprile 2021, il numero uno azzurro aveva detto no alla Superlega; adesso sembra favorevole. E una cauta apertura è arrivata, qualche ora più tardi, dal presidente del Milan, Paolo Scaroni.
In un’intervista al Tg1, l’alto dirigente rossonero ha affermato: “Ho letto un comunicato di venti righe, non è una base sufficiente per esprimere opinioni definitive. Abbiamo cominciato un processo per confrontarci con tutti gli organi, a cominciare dalla Lega: c’è stato un cda oggi pomeriggio, è presto per dare opinioni”. Insomma, non un sì, ma neppure un no. Una sorta di nì da parte di Scaroni. Una posizione radicalmente diversa rispetto agli altri grandi club europei.
Il fronte del no: UEFA, FIFA, Eca e tantissimi grandi club europei
Per tutta la giornata, infatti, sono arrivati – quasi senza soluzione di continuità – comunicati stampa e note di condanna, biasimo e disimpegno da parte praticamente di tutte le squadre, le federazioni e gli organismi calcistici del Vecchio Continente e non. Dall’Eca alla UEFA, dalla FIFA alla Premier League, dalla Liga alla FIGC, alla Bundesliga: da parte di tutte un fermo no al nuovo progetto, seppur rivisitato – sembra – in senso meritocratico.
Stessa posizione condivisa dai club. Roma, Inter e Atalanta in Italia; Atletico Madrid, Siviglia, Valencia, Villarreal e Real Sociedad in Spagna; PSG, Monaco e Marsiglia in Francia; Manchester United, Tottenham e Manchester City in Inghilterra; Bayern Monaco e Borussia Dortmund in Germania: questo un elenco delle principali società che, pubblicamente, hanno ribadito il loro no al progetto Superlega. Un fronte compatto, unito, coeso. Ma con qualche piccola crepa che comincia a emergere. Una fessurina che da Torino è arrivata a Napoli ed è risalita fino a Milano, e che minaccia di far crollare l’intero sistema.