Nella notte, italiana, di domenica, Carlos Alcaraz, battendo in finale a New York Casper Ruud è diventato anche numero uno al Mondo, il più giovane di sempre. Un traguardo doppio a cui a quasi rischiato di non arrivare.
Ha infatti faticato e non molto, con un match point a suo sfavore, nei quarti degli US Open come ha spiegato in un’intervista a Corriere Della Sera. “È stato un quarto di finale durissimo, non so davvero come ho fatto a giocare con quell’intensità – commenta Alcaraz – Il match point annullato è stato il giro di boa: credo di essermi spinto dove non ero mai arrivato, Jannik mi motiva e credo di fare lo stesso effetto a lui, è una bella e utile rivalità”.
E sul rapporto con l’altoatesino: “Il suo spagnolo è così così, il mio inglese mediocre, ma ci capiamo al volo. Jannik è sempre amichevole, si interessa: come stai? Come sta la tua famiglia? Come giocatore è sotto gli occhi di tutti: ha già battuto dei top 10, ha una palla pesantissima. Ma è la persona, prima del tennista, ad avermi colpito”.
E poi su cosa abbia significato vincere il primo Slam: “Continuo a sentirmi una persona normale anche se è tutto incredibile: mai avrei pensato di ottenere così tanto ad appena 19 anni. Prendiamocela con calma, mi aveva detto il mio coach Juan Carlos Ferrero, divertiamoci…Senza sorriso, non riuscirei a giocare. Mi viene spontaneo, sono fatto così”
Ora tornerà in campo per la Coppa Davis, con la sua Spagna: “Lo faccio per me, per la mia squadra, per il mio Paese. Non mi metto limiti. So che sono nuovo al vertice ed è appena finito uno US Open surreale. Ma ho grandi sogni: non intendo sprecarli”.