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Tennis, dal 2025 via alla rivoluzione: sarà consentito il coaching nelle partite. Ma Fritz e Shapovalov non ci stanno

Si apre a una rivoluzione il mondo del tennis: da gennaio sarà possibile per i coach confrontarsi con i giocatori durante le partire

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

La rivoluzione era nell’aria e puntuale vedrà la luce a partire dal 2025: anche il mondo del tennis ha aperto la porta al coaching, con i giocatori che avranno modo di poter parlottare con i propri allenatori durante le partite. Una svolta che arriva dopo un lungo periodo di sperimentazione, frutto di dibattiti e di interpretazioni che hanno finito però per convincere ITF, ATP e WTA ad aprire definitivamente la porta a quella che ha tutta l’aria di essere una pietra miliare del futuro di questo sport.

Una rivoluzione partita da lontano

Non a tutti piacerà la nuova norma che consentirà di avere un ruolo sempre più preponderante da parte dei coach nei confronti dei giocatori. Alcuni tentativi rivelatosi evidentemente positivi (vedi negli slam) hanno portato a prendere una decisione destinata comunque a cambiare abitudini e prospettive.

La maggioranza dei tennisti ha dato parere favorevole all’introduzione della nuova regola che consentirà loro di potersi confrontare in tempo reale con il proprio allenatore. Nelle intenzioni di chi l’ha pensato, il nuovo regolamento mira ad allineare gli approcci tra tutti i vari organismi internazionali, ridurre il carico sugli arbitri, diminuire la soggettività nell’applicazione delle regole, supportare lo sviluppo tecnico-tattico dei giocatori e rendere il tennis più equo e coinvolgente per il pubblico.

Cosa cambia nella sostanza

A partire dal 1° gennaio 2025, il coaching sarà permesso in tutti i tornei individuali, fermo restando che gli allenatori dovranno restare fuori dal campo. Negli eventi a squadre, il capitano in campo potrà fornire coaching secondo le regole stabilite (già approvate da tempo per la Davis). Saranno consentite anche tecnologie di analisi, ma sempre limitatamente a determinate regole.

Il dialogo tra giocatori e allenatori sarà consentito tra i punti e durante i cambi di campo, mai durante il gioco, con la comunicazione che potrà essere verbale (se allenatore e giocatore sono sullo stesso lato del campo) o attraverso segnali. Curiosa la “regola” che impone che il dialogo, durante un punto e l’altro, dovrà essere breve e discreto.

Fritz e Shapovalov contro: “Si perde la bellezza del tennis”

Le prime reazioni, come spesso capita in casi simili, sono subito state contrastanti. Con Taylor Fritz che ha contestato in modo plateale la decisione: “Bisogna smettere di rovinare l’aspetto mentale/strategico dello sport uno contro uno”, come a voler dire che l’intromissione di personaggi esterni potrebbe inficiare sulla regolarità del confronto tra singoli tennisti.

Concetto ripreso anche da Denis Shapovalov: “Il tennis è speciale perché sei là fuori da solo. Perché state cercando di cambiare il fascino di questo sport?”.

Diverso invece il parere del direttore esecutivo di ITF, Stuart Miller. “Il cambiamento è in atto da anni e ora finalmente ne raccogliamo i frutti in modo ufficiale. Il coaching ormai fa parte del tennis: in tutte le partite dei principali tornei è fin troppo facile vedere feedback raccolti dai giocatori. Lo sviluppo è stato positivo e credo che il mondo del tennis sia pronto per questa novità. Sarà un aiuto importante anche per gli arbitri, che non dovranno più preoccuparsi di dover osservare da vicino pratiche fino ad oggi non consentite”.

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