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Tennis, Tathiana Garbin racconta la sua battaglia: "Ho accettato la sfida, ho ancora voglia di vivere"

La battaglia di Tathiana Garbin: la capitana di Billie Jean King Cup racconta la sua dura lotta quotidiana contro il raro tumore che l'ha colpita negli ultimi mesi del 2023.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

La lotta continua, ma Tathiana Garbin non è tipo da arrendersi tanto facilmente. Anche se un Natale così difficile non l’aveva mai passato prima: costretta a restare a casa, limitando al minimo le visite, perché la seconda operazione alla quale s’è sottoposta a fine novembre (con asportazione della milza) ha reso le sue difese immunitarie assai deboli. L’amore dei familiari, però, è la miglior medicina possibile per provare a superare il momento più critico nella battaglia contro il tumore raro che l’ha colpita nell’ultima parte dell’anno. E provare a guardare al futuro con rinnovato spirito e ottimismo.

La scoperta della malattia e il decorso

Tathiana ha trascorso le vacanze a casa, dopo aver lasciato l’ospedale Cisanello di Pisa dove è stata ricoverata fino a metà dicembre. Da settembre in poi la sua vita è stata stravolta: di ritorno dagli US Open s’è sottoposta ad accertamenti dopo aver accusato forti e ripetuti mal di pancia. Gli esami hanno rilevato la presenza di un raro tumore che l’ha costretta ad andare sotto i ferri una prima volta a inizio ottobre, prima di affrontare la trasferta di Billie Jean King Cup, che ha visto le azzurre capitanate da Garbin arrendersi soltanto al Canada nell’atto finale. Ed è proprio dopo la fine del torneo che Tathiana ha reso partecipe il mondo della sua malattia, trovando il sostegno forte e compatto di tutto il movimento della racchetta, italiano e non solo.

L’importanza di essere da esempio

La battaglia è in pieno corso di svolgimento: a fine novembre Garbin ha subito una seconda operazione, con l’asportazione di alcune aderenze intestinali che avrebbero potuto occluderle l’intestino. L’ex tennista ha però spiegato in un’intervista concessa al Corriere della Sera che almeno è riuscita ad evitare un terzo intervento, tanto che adesso la road map prevede cure chemioterapiche fino a metà gennaio, quando nuovi esami diranno a che stadio è arrivata la malattia, sperando che sia in regressione e sotto controllo.

“Sono una persona abituata alle sfide, e in questo il tennis mi ha permesso di diventare ancora più pronta e predisposta. Ogni mattina mi sveglio e mi dico che ci sarà da combattere, ma io non mi tiro indietro. Quando mi hanno diagnosticato lo pseudomixoma peritonei, il tumore che origina dall’appendice e che colpisce una persona su un milione, ero pronta: mentalmente e fisicamente. Sono tornata in campo per il match della vita, voglio essere d’esempio per le mie giocatrici. L’esempio è fondamentale a tutti i livelli”.

Accettare mentalmente una nuova sfida

Le giocatrici a cui allude Tathiana sono le “sue” ragazze di Billie Jean King Cup, quelle che le hanno fatto visita il giorno prima di andare nuovamente sotto i ferri. “Mi hanno regalato una foto incorniciata che racconta uno dei momenti più belli della nostra annata, e quella foto ogni volta che la guardo mi da la forza per andare avanti. Nel tempo sono diventate le “mie” figlie, quindi c’è un legame particolare. Ma ho sentito il sostegno di tutto il movimento del tennis”.

Ha ammesso di non aver contattato tenniste come Evert e Navratilova che a loro volta combattono da tempo una battaglia con mali oscuri, ma Garbin ha spiegato di essersi sentita sfidata dal destino. “Il mio è un tumore rarissimo, colpisce una persona su un milione. Se è capitato a me, qualcosa vorrà dire. Peraltro io ho sempre avuto una predilezione alla prevenzione, sia nell’alimentazione che nello stile di vita. Questo mi ha aiutato ad accettare anche mentalmente questa sfida. Poi è chiaro, il dolore inenarrabile del sondino inserito da sveglia e la perdita secca di 10 chili di peso sono cose che ti restano addosso, e che non hanno paragoni. Ho dovuto cercare dentro di me la forza che alleno da una vita, e che adesso è tornata veramente utile”.

Un lavoro da finire: lo sguardo rivolto al futuro

A gennaio Tathiana spera di sentire dal proprio medico che l’ha in cura le parole che ogni paziente vorrebbe sentirsi dire. “Vorrei riprendermi la mia vita, tornare a fare quello che ho sempre amato. Parto da una posizione privilegiata: il mio lavoro coincide anche con quella che è da sempre la mia più grande passione. Questa esperienza mi sta insegnando tanto: ho toccato con mano la mia forza, e non immaginavo di averne così tanta da poterla ridare anche agli altri. Sono più resiliente di quanto potessi immaginare, ma sento che ancora non ho finito il mio lavoro. E mi piacerebbe tanto mettere le mie esperienze al servizio degli altri”.

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