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Tennis Toronto Sinner-Monfils ai quarti: Jannik chiama Alcaraz in semifinale

Quella con Berrettini resta l’unica partita disputata da Jannik in Canada: il ritiro di Andy Murray lo ha proiettato ai quarti per la sfida al francese. Chi passa se la potrebbe vedere con il numero 1 Atp

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Più che un torneo, per ora quello di Toronto agli occhi di Jannik Sinner s’è rivelato quasi una sorta di un allenamento in terra canadese. Non ce ne voglia Matteo Berrettini: assistere al primo derby tra i due è stato un piacere, persino il siparietto finale ha strappato un sorriso (Jannik si è come scusato per averlo battuto, Matteo gli ha detto che non ce n’era affatto bisogno), ma di sicuro nemmeno il più inguaribile ottimista nel box del giocatore altoatesino avrebbe potuto immaginare di avanzare fino ai quarti di finale sprecando così poche energie.

Il ritiro di Andy Murray

Quella con Berrettini resta infatti l’unica partita disputata da Sinner sin qui nel torneo canadese, dal momento che dopo aver usufruito di un bye al primo turno non è sceso in campo nemmeno nel match degli ottavi di finale, quando avrebbe dovuto affrontare Andy Murray.

Il quale però s’è ritirato pochi minuti prima di cominciare a giocare, complice un infortunio agli addominali che rischia di condizionarlo nella marcia d’avvicinamento agli US Open, probabilmente gli ultimi della sua carriera.

Mi spiace tantissimo dover abbandonare il torneo, anche perché giocare davanti al pubblico canadese è davvero bello ed emozionante. E poi, se penso che potrebbe essere stata l’ultima mia settimana qui a Toronto, mi viene ancor più da star male. Purtroppo però ho avvertito un fastidio agli addominali, simile a quello che avevo accusato lo scorso anno al Queen’s, e sono costretto a fermarmi, sperando che possa tornare in campo il più in fretta possibile.

Il solito Gael

Sinner a pochi metri di distanza ha fatto spallucce, certo dispiaciuto di non potersi confrontare con uno dei grandi interpreti della racchetta dei primi due decenni del nuovo millennio. E un altro di provata esperienza lo attende ora nei quarti: Gael Monfils da un paio d’anni a questa parte annuncia e poi smentisce di voler dire basta, ma intanto continua a giocare e, risultati alla mano, anche a offrire prestazioni di un livello piuttosto elevato.

A Toronto è arrivato tra i primi 8 dopo aver superato Eubanks al primo turno in tre set, Tsitsipas (grande upset) in due set lisci come l’olio e poi l’australiano Vukic. Tornato in campo proprio negli Stati Uniti dopo aver saltato tutta la stagione sull’erba, il marito di Elina Svitolina (dalla quale ha avuto una bambino lo scorso ottobre) è andato progressivamente in crescendo, uscendo agli ottavi a Washington (contro Griekspoor) e tornando in un quarto di finale a un anno e mezzo di distanza dall’ultima volta, quando agli Australian Open 2022 vide interrotta la sua corsa al termine di un match infinito contro Berrettini, perso al quinto set.

I precedenti dicono Sinner

Contro Sinner il bilancio è favorevole al giovane altoatesino, che ha vinto tre dei 4 precedenti disputati. L’ultimo è certamente il più dolce: a Sofia, nell’ottobre del 2021, Jannik conquistò il titolo ATP 250 bulgaro (all’epoca era il quarto torneo vinto: oggi il conteggio è lievitato a 7) superando il francese in due set per 6-3 6-4.

Poche settimane prima i due si erano affrontati agli US Open, che l’altoatesino capace di spuntarla al termine di un’autentica maratona nella quale, avanti 2-0, si era visto costretto ad andare al quinto set per riuscire a piegare la resistenza del l’esperto rivale.

In precedenza i due avevano giocato contro nell’autunno del 2019 prima ad Anversa (vittoria di Sinner) e poi una settimana più tardi a Vienna (rivincita di Monfils).

Gael è sprofondato nel ranking

Insomma, facile e scontato dire che entrambi si conoscono piuttosto bene, anche se rispetto all’ultimo scontro diretto il ranking oggi parla tutta un’altra lingua: poco meno di due anni fa la sfida aveva un valore particolare, in quanto sia Sinner che Monfils erano con entrambi i piedi nella top 20 mondiale.

Oggi Gael è sprofondato alla 276, mentre Jannik è stabilmente in top ten, ma non è certo questo un buon motivo per prendere sottogamba l’avversario. Dopotutto, avendo giocato solo per un’ora e mezzo scarsa contro Berrettini, l’italiano potrebbe incontrare più difficoltà a entrare in partita, mentre i muscoli del transalpino saranno certamente rodati e belli caldi. Il match è in programma come ultima sfida serale, quindi intorno alle 3 italiane.

Carlitos in semifinale

Piccola postilla: chi dovesse spuntarla in semifinale si troverà davanti presumibilmente il rivale peggiore, vale a dire Carlos Alcaraz. Che contro Hurkacz ha vissuto le pene dell’infermo, costretto a spingersi fino al tiebreak del terzo set (e sempre al tiebreak aveva vinto il secondo) dopo aver perso il primo parziale per 6-3.

Lo spagnolo al solito ha vinto di “tigna”, mostrando la solita resilienza e una capacità innata nel riuscire a reggere il confronto quando il livello agonistico è venuto fuori. Ai quarti lo attende Tommy Paul, sulla carta rivale meno temibile del polacco, anche se l’ultimo statunitense superstite nella parte alta del tabellone venderà cara la pelle per provare a beffare il numero uno del mondo.

Dall’altra parte del tabellone è Medvedev il favorito: dopo aver estromesso sia Arnaldi che Musetti, ora è l’australiano de Minaur il rivale nei quarti, mentre Davidovich Fokina sfiderà McDonald nell’unico match che non vede in campo giocatori presenti nella top 30 mondiale.

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