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Tennis Us Open il tabellone di Sinner: dal derby con Sonego ai quarti con Alcaraz

Sorteggio tutt'altro che fortunato agli US Open per Jannik Sinner, che al secondo turno rischia di vedersela con Sonego e ai quarti con il campione in carica, Carlos Alcaraz

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

C’è chi è pronto ad aspettarlo al varco: più sfortunato di così, Jannik Sinner proprio non avrebbe potuto esserlo. E a Flushing Meadows dovrà superare ostacoli tostissimi per provare a migliorare il quarto di finale raggiunto nella passata edizione, cercando di avanzare fino a quella semifinale che nei tornei dello slam ha raggiunto soltanto a Wimbledon un mese e mezzo fa.

Impresa ardua, perché il sorteggio non è stato certo dei più benevoli: la testa di serie numero 6 del torneo newyorchese dovrà spingersi oltre i propri limiti per cercare di tenere fede alle “promesse” fatte grazie alla splendida affermazione sul cemento di Toronto, penultimo torneo Masters 1000 prima degli US Open (a Cincinnati è uscito subito, pagando forse un po’ dazio alla stanchezza). Quale migliore occasione, allora, per chi continua a sostenere che Jannik non può sedere al banchetto con i più forti giocatori al mondo?

Possibile derby con Sonego

Far contenti tutti è un’impresa spesso titanica, ma Sinner di tutto questo se ne farà ancora una volta beffe. Perché già concentrato a pensare a quel che dovrà fare per cercare di arrivare alla seconda settimana di un torneo che pure, tabellone alla mano, certo si presenterà un po’ in salita.

Già la sfida al primo turno contro il tedesco Yannick Hanfmann non è delle più semplici: ex numero 45 al mondo, oggi sceso alla 54, seppur prospetto più adatto alla terra che non al cemento rappresenta un ostacolo abbastanza probante, pensando al fatto che saranno 128 i giocatori impegnati nella prima tornata di gara (insomma: si poteva pescare anche un atleta fuori dai primi 100 al mondo).

Dando per scontato che tutto procederà senza intoppi, al secondo turno potrebbe scapparci già un bel derby contro Lorenzo Sonego, che sarebbe anche il terzo atto stagionale della saga: i due si sono già affrontati a febbraio sul cemento indoor di Montpellier (vittoria in due set di Sinner) e poi a giugno sull’erba di Halle, che l’altoatesino costretto a rimontare dopo aver perso al tiebreak il primo parziale (poi doppio 6-4 e passaggio del turno conquistato).

Sebbene anche Sonego sia più avvezzo alla terra che non al cemento, di sicuro il derby contro l’attuale numero 38 al mondo (che affronterà un qualificato all’esordio) non rappresenta un altro incrocio comodissimo, trattandosi pur sempre di secondo turno.

Wawrinka, duro a morire

E che dire dell’eventuale sfida di terzo turno con Stan Wawrinka? Lo svizzero ha ancora qualcosa da dire, come dimostra la finale recentemente conquistata a Umago. Altro prospetto che sostanzialmente predilige il rosso al cemento, sebbene in carriera abbia vinto tanto anche sulle superfici più dure, se è vero che 7 anni fa conquistò l’ultimo dei suoi tre tornei dello slam proprio a Flushing Meadows.

Fare paragoni con quel passato ha poco senso, ma Stanimal rimane un avversario scomodo, un campione con un cuore enorme che quando è in giornata può rivelarsi ancora letale per più di un giocatore del circuito. I due peraltro hanno già un precedente agli US Open datato 2019, quando lo svizzero s’impose al primo turno in quattro set su un Sinner appena 18enne.

Sempre nel 2019 ad Anversa fu ancora Wawrinka a imporsi in due set, poi da un anno e mezzo a questa parte i tre precedenti hanno visto prevalere sempre e solo Sinner (Wimbledon 2022, Rotterdam e Indian Wells quest’anno). L’alternativa a Stanimal potrebbe essere rappresentata da Yoshihito Nishioka, che contro Jannik ha perso sulla terra di Barcellona lo scorso aprile nell’unico scontro diretto, ma che a differenza di tutti i nomi sin qui citati sul cemento esprime il suo miglior livello di gioco.

L’ora delle rivincite

Agli ottavi, quando si resta in 16, non si può sperare di trovare vita facile. Sascha Zverev è il pericolo numero uno: testa di serie numero 12, il tedesco è in netta ripresa dopo il lungo calvario seguito all’infortunio alla caviglia rimediata nella semifinale del Roland Garros 2022 contro Nadal.

A Cincinnati è avanzato sino a raggiungere la semifinale, battuto soltanto da Djokovic al termine di due set assai combattuti. E contro Sinner vanta un bilancio favorevole di 3-1 negli scontri diretti, di cui uno disputato proprio a Flushing Meadows due anni fa, proprio agli ottavi, chiuso in tre set (6-4 6-4 7-6). L’alternativa più credibile porta a Grigor Dimitrov, che con Sinner è 1-1 negli head to head (a Marzo però a Miami Jannik vinse abbastanza agevolmente in due set).

A quel punto, dovesse avanzare fino ai quarti, tutto lascia pensare che possa andare in scena la rivincita del quarto di finale della scorsa edizione, quando Carlos Alcaraz riuscì a spuntarla al quinto set dopo essersi ritrovato sotto 2-1 (Sinner fu bravo a vincere secondo e terzo parziale al tiebreak, pregustando una clamorosa vittoria).

Quella gara resta una delle più belle giocate in carriera dal ragazzo di San Candido, al netto dell’amaro verdetto finale: in carriera negli scontri diretti i due fuoriclasse della next gen sono attualmente sul tre pari (Alcaraz in realtà ha vinto il primo precedente in un torneo Challenger, ad Alicante, nel 2019, ma dai 250 in su il bilancio è in totale equilibrio) e dar vita a un altro episodio della saga non sarebbe affatto male.

Tanto poi in semifinale ci sarà presumibilmente Medvedev ad attendere il vincitore: qui il passato racconta di una netta supremazia del russo negli scontri diretti (6-0), ma forse si è andati già troppo in là con la fantasia. Senza stare ad aggiungere, poi, chi dovrebbe essere lo sfidante in finale, con Djokovic che ha una sorta di autostrada spianata nell’altra parte del tabellone. Ma tra il dire e il fare, come recita l’adagio, c’è di mezzo il mare. In questo caso, addirittura l’oceano Atlantico.

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