Una situazione sociale dai connotati drammatici sta mettendo letteralmente in ginocchio la Colombia. E le conseguenze, in ambito sportivo e non solo, sono già tangibili: la Colombia non ospiterà la Coppa America che scatterà il prossimo 13 giugno.
La tanto discussa riforma fiscale, che sta scatenando violente proteste per le strade del paese, ha corroso ulteriormente un tessuto sociale già fortemente provato dall’emergenza Covid.
Un contesto che non ha lasciato margine di manovra alla federcalcio colombiana costretta, dopo un summit con la Conmebol, ad alzare ufficialmente bandiera bianca non potendo garantire le condizioni di sicurezza necessarie per ospitare un evento sportivo di tale rilevanza.
50 morti, 580 feriti e 530 dispersi. E’ questo il drammatico bollettino che fotografa una situazione ormai fuori controllo acuita dalla difficile gestione dell’emergenza Coronavirus, con il numero dei contagi che ha sforato quota 3 milioni per un totale di quasi 100.000 mila morti.
Impossibile, a queste condizioni, pensare di mettere in moto la macchina organizzativa che avrebbe dovuto fare da teatro all’edizione numero 47 della rassegna continentale.
Nelle ultime ore si sono fatte largo due ipotesi: spostare in Cile le partite previste inizialmente in Colombia o lasciare l’organizzazione dell’evento nelle mani dell’Argentina, che da paese co-ospitante, diventerebbe organizzatore unico del torneo. La seconda ipotesi, a questo punto, sembra la via più percorribile.