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Tokyo 2020 ad alta tensione: bufera nell'Italia del ciclismo

Il ct Davide Cassani lascia improvvisamente il Giappone dopo le delusioni della cronometro e della prova in linea maschile: "Spiegherò tutto a tempo debito".

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Quando la fine della prima settimana dei Giochi di Tokyo 2020 si avvicina a grandi passi, il bilancio delle medaglie in casa Italia è soddisfacente a livello di numeri complessivi, con la metà del bottino di Rio 2016 non lontana, ma tutt’altro che appagante se si guarda la qualità dei metalli portati a casa degli atleti azzurri, con appena due medaglie d’oro.

Un bottino così magro non si registrava dai tempi di Barcellona 1992 e la situazione è anche peggiore se si pensa al fatto che i due ori sono arrivati quasi inattesi (Vito Dell’Aquila nel taekwondo e il doppio pesi leggeri femminile nel canottaggio), mentre tante delle carte più attese hanno tradito le aspettative.

Tra queste la scherma, dove l’ultima speranza di non lasciare sguarnita la voce primi posti è affidata ormai alla squadra maschile del fioretto, ma anche il ciclismo.

Così sembra già iniziata la resa dei conti, con la fine della lunga era di Davide Cassani come commissario tecnico delle due ruote al maschile.

Il selezionatore azzurro ha infatti lasciato Tokyo all’improvviso, con l’Olimpiade in pieno svolgimento.

A confermare le indiscrezioni delle ultime ore che lo volevano diretto sull’aereo di ritorno verso l’Italia è stato lo stesso ex commentatore tecnico di ‘Rai Sport’: “Sto prendendo ora l’aereo. Il motivo per il quale lascio Tokyo prima? Preferisco parlarne stasera quando torno”.

Le voci parlano di un terremoto in vista, con esonero da parte della Federazione oppure di dimissioni da parte dello stesso Cassani.

Se ne saprà di più nelle prossime ore, ma di sicuro le prime prove olimpiche non sono state soddisfacenti per l’Italia, ferma al bronzo conquistato nella prova in linea femminile da Elisa Longo Borghini, mentre tanto i cinque stradisti, Bettiol, Caruso, Ciccone, Moscon e Nibali, quanto Filippo Ganna nella cronometro sono rimasti fuori dai giochi per le medaglie.

Quinto a pochi secondi dal podio il velocista piemontese nella prova contro il tempo dominata dallo sloveno Primoz Roglic, mentre la prova in linea maschile ha visto Bettiol in corsa fino all’ultima parte di gara, fino alla resa causata dai crampi.

Già nelle ore successive all’amaro esito della prova in linea il presidente federale Cordiano Dagnoni, subentrato lo scorso febbraio a Renato Di Rocco (candidatosi senza successo alla presidenza del Coni) era stato vago sul futuro di Cassani: “Parleremo di tutto a tempo debito. Di certo uno dei miei obiettivi è che tra tutte le discipline ci sia armonia e dialogo” aveva detto.

Il tutto a pochi giorni dal via dell’attività su pista, alla quale l’Italia si avvicina con speranze di medaglia nell’inseguimento a squadre e per Elia Viviani nell’omnium, specialità che nel 2016 vide il veronese conquistare l’oro.

Cassani ricopre il ruolo di commissario tecnico della nazionale maschile su strada dal 2014, ma sotto la sua gestione l’Italia non ha mai conquistato medaglie a Mondiali o Olimpiadi.
 

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