Dici volata e scrivi Philipsen. Che quest’anno ha deciso di lasciare le briciole ai colleghi delle ruote veloci: quarto successo parziale su 11 tappe, roba da dominio assoluto che a Parigi, tra una decina di giorni, salvo imprevisti varrà anche una maglia verde (quella della classifica a punti) che ha sempre il suo valore.
Seppur orfano di van der Poel, che ha perso le ruote dei migliori nel convulso finale di tappa, il belga ha piazzato un’accelerazione inarrestabile negli ultimi 300 metri, rimontando uno dopo l’altro Kristoff e Groenewegen e poi mettendo abbondantemente entrambe le ruote davanti ai rivali.
- Come è andata la tappa
- Le pagelle dell'undicesima tappa (migliori e peggiori)
- La classifica dopo l'undicesima tappa
- La tappa di oggi
- Il racconto della 6° tappa del Tour de France 2023: il percorso
- La classifica generale dopo la decima tappa
Come è andata la tappa
Terzo di giornata il tedesco Bauhaus, mentre Luca Mozzato riesce una volta di più a farsi vedere, chiudendo settimo appena davanti a un redivivo Peter Sagan. La giornata è stata caratterizzata da una lunga fuga che ha avuto per protagonista anche Daniel Oss, ultimo corridore ad essere ripreso dalle ruote del gruppo quando al traguardo di Moulins mancavano appena 12 chilometri.
Domani tappa decisamente più movimentata: cinque GPM, di cui un paio di seconda categoria, e terreno di caccia ideale per qualche fuga da lontano, con i velocisti (sulla carta) tagliati fuori dai discorsi per la vittoria di giornata.
Le pagelle dell’undicesima tappa (migliori e peggiori)
JASPER PHILIPSEN 10. Gli tocca fare tutto da solo, ma questo sembra essere l’ultimo dei problemi. Seppur MVDP lo abbandoni nell’ultimo chilometro, lui trova comunque il modo per avanzare nella posizione giusta per piazzare la solita irresistibile accelerazione con la quale riduce a pure e semplici comparse i rivali. Fa poker, e probabilmente è il primo a sapere che potrebbe anche non essere l’ultima perla della sua meravigliosa estate transalpina.
DANIEL OSS 9. Bravo, anzi bravissimo. Peter Sagan benedice la sua fuga e lui si fa trovare pronto: con Amador e Louvel non riesce mai a prendere davvero il largo, col gruppo che li tiene sempre sotto stretto controllo, ma poi nel finale tenta il tutto per tutto e si arrende solo alla velocità media “bulgara” della carovana gialla. Il premio di “combattivo” di giornata è più che meritato.
JONAS VINGEGAARD 7. Sempre davanti, sempre pronto a dare una mano alla causa dei Jumbo Visma, anche se una volta di più sul più bello Van Aert tradisce la fiducia. La maglia gialla veste i panni dell’operaio: non accetta l’idea di esporsi a pericolosi rischi e resta sempre nelle primissime posizioni.
DYLAN GROENEWEGEN 5. Altra occasione d’oro, altra occasione sciupata. D’accordo: Philipsen al momento ha un motore notevolmente superiore, ma Dylan era piazzato meglio ai -200 dall’arrivo, eppure non ha saputo minimamente resistere al ritorno del grande rivale. Di questo passo, sognare una vittoria è pura utopia.
WOUT VAN AERT 4,5. Quello zero alla voce vittorie di tappa fa rumore, forse più delle voci che lo vorrebbero a casa a strettissimo giro di posta (l’aveva ventilato: la compagna sta per dare alla luce un figlio). Laporte lo ha portato dove doveva essere, lui però sbaglia lato, resta incagliato tra Bauhaus e Pedersen e non riesce più a tirarsi fuori. Per ora, meglio da gregario che da punta.
EWAN E JAKOBSEN 4. Chi l’ha visti? L’australiano a inizio Tour era parso il vero antagonista di Philipsen, ma s’è perso strada facendo. Fabio, semplicemente, è fuori condizione e a ogni volata paga dazio senza nemmeno colpo ferire. Chiudono il plotone dei velocisti, rispettivamente al 18esimo e al 19esimo posto. Male, accidenti.
La classifica dopo l’undicesima tappa
Nessuna variazione nelle prime posizioni della classifica generale: Vingegaard ha corso costantemente in cima al gruppo, evidentemente perché preoccupato di andare incontro a possibili pericoli, mentre Pogacar s’è nascosto ma ha comunque tagliato il traguardo nella pancia del gruppo.
- Jonas Vingegaard (Jumbo Visma) 42h33’13”.
- Tadej Pogacar (Team UAE Emirates) +17”.
- Jay Hindley (Bora Hansgrohe) +2’40”.
- Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers) +4’22”.
- Pello Bilbao (Bahrain Victorius) + 4’34”.
- Adam Yates (Team UAE Emirates) +4’34”.
- Simon Yates (Team Jayco Alula) +4’44”.
- Tom Pidcock (Ineos Granadiers) +5’26”.
- David Gaudu (Groupama FDJ) +6’01”.
- Sepp Kuss (Jumbo Visma) +6’45”.
La tappa di oggi
Stavolta la fuga non dovrebbe avere via di scampo: il Tour arriva al giro di boa e da Clermont-Ferrand muove verso Moulins, sul cui traguardo pianeggiante è probabile che a darsele di santa ragione saranno ancora le ruote veloci.
Tutti contro Jasper Philipsen, insomma, in una frazione che propone una prima parte un po’ ondulata, con due brevi salite di quarta categoria (Cote de Chaptuzat-Haut e Cote du Mercurol, entrambe al 5% di pendenza media) e poi un’ultima asperità sempre di quarta categoria, la Cote de la Croix Blanche, quando dal traguardo mancheranno una settantina di chilometri scarsi.
Il racconto della 6° tappa del Tour de France 2023: il percorso
A quel punto, al netto della lieve salitella che porterà la carovana gialla a Gipcy, ci sarà solo da controllare l’eventuale fuga della prima ora e fare in modo che nell’ultima parte i treni dei velocisti entrino in azione.
Senza più Cavendish, che medita già di prolungare la sua avventura nel ciclismo di un’altra stagione per provare a centrare la vittoria numero 35 al Tour (l’Astana ha provato già a convincere il britannico a pensarci su: difficile che possa però tornare sui suoi passi), saranno Groenewegen, Jacobsen e Pedersen i rivali più accreditati del belga, a meno che Van Aert non decida di gettarsi nella mischia e lasciare una zampata dopo aver dato già una grossa mano in salita a Vingegaard.
La classifica generale dopo la decima tappa
Per i big di classifica, poco o nulla da segnalare: al netto di qualche schermaglia, la giornata dovrebbe scorrere via senza grossi patemi d’animo.
- Jonas Vingegaard(Jumbo Visma) 42h33’13”.
- Tadej Pogacar(Team UAE Emirates) +17”.
- Jay Hindley (Bora Hansgrohe) +2’40”.
- Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers) +4’22”.
- Pello Bilbao (Bahrain Victorius) + 4’34”.
- Adam Yates (Team UAE Emirates) +4’34”.
- Simon Yates (Team Jayco Alula) +4’44”.
- Tom Pidcock (Ineos Granadiers) +5’26”.
- David Gaudu (Groupama FDJ) +6’01”.
- Sepp Kuss (Jumbo Visma) +6’45”.